Aumentano i prezzi? Export in calo, ma import in netta crescita

Il primo mese dell'anno si chiude così con un eccedenza di 2,2 miliardi di franchi
BERNA - Il commercio estero svizzero ha presentato un'evoluzione discordante in gennaio: rispetto a dicembre le esportazioni sono scese dell'1,5% a 20,9 miliardi di franchi, mentre le importazioni - sulla scia del forti aumenti di prezzo in tutto il mondo - hanno fatto un balzo del 7,0% a 18,7 miliardi.
Il primo mese dell'anno si chiude così con un eccedenza di 2,2 miliardi, assai lontana da quella record di 4,5 miliardi che risale ad agosto 2021, emerge dai dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), cioè l'entità che sino alla fine del 2021 si chiamava Amministrazione federale delle dogane (AFD). Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (vale a dire corrette dell'effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a +2,3% (export) e -0,7% (import).
Nel confronto con dicembre i vari settori dell'export hanno mostrato andamenti assai differenti. Quello di gran lunga più importante, la chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) -6,3% (a 10,8 miliardi di franchi); seguono le macchine e l'elettronica (+9,7% a 2,8 miliardi), l'orologeria (-1,9% a 1,8 miliardi), gli strumenti di precisione (+7,3% a 1,5 miliardi) e i metalli (+8,7% a 1,3 miliardi).
A livello geografico, il continente più importante per i prodotti con il marchio della balestra rimane l'Europa (+3,2% a 12,6 miliardi), malgrado lo scarso dinamismo mostrato dal principale paese di sbocco dell'export, la Germania (+0,9% a 3,6 miliardi). In forte calo è invece il Nordamerica (-19,9% a 3,6 miliardi), mentre avanza l'Asia (+4,5% a 4,4 miliardi), con una performance non entusiasmante della Cina (+0,9% a 1,3 miliardi).
Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante è quello chimico-farmaceutico (+11,9% a 5,2 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (+1,0% a 2,8 miliardi), veicoli (+2,1% a 1,5 miliardi), metalli (+2,6% a 1,5 miliardi), nonché tessili e abbigliamento (-3,2% a 1,0 miliardi). Riguardo alle regioni, Europa (+11,3% a 13,8 miliardi) e Nordamerica (+5,2% a 1,2 miliardi) sono in forte crescita, mentre l'Asia marcia sul posto (invariata a 3,7 miliardi).




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