Nuove rivelazioni riguardanti le attività di spionaggio in territorio elvetico
BERNA - Un quarto dei diplomatici russi che risiedono in Svizzera è una spia. Questo è il risultato di una valutazione riservata effettuata per il Consiglio federale dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), a cui hanno avuto accesso "Le Matin Dimanche" e "SonntagsZeitung". Nel suo ultimo rapporto sulla sicurezza, il Consiglio federale ha già messo in guardia contro questa situazione, senza tuttavia menzionare il nome di nessun paese.
Secondo l'indagine Putin avrebbe spie a Berna e Zurigo, ma la maggior parte delle attività di intelligence si svolgerebbero a Ginevra. Gli “spioni”, sarebbero “decine”: sugli 83 ufficialmente presenti nelle sedi diplomatiche circa il 25% è impegnato in qualche mansione di raccolta e diffusione di dati riservati.
Nei giorni scorsi era già stato reso noto che la sede europea dell'Agenzia mondiale anti-doping (WADA) di Losanna e il Laboratorio di Spiez erano stati bersaglio di hacker russi. Quest'ultimo istituto, che si occupa di ricerche di laboratorio, aveva analizzato campioni riguardanti il caso Skripal, dal nome della ex agente avvelenato con la figlia tramite un potente agente nervino nel sud dell'Inghilterra.
In risposta a queste rivelazioni, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha invitato l'ambasciatore russo a chiedere al suo paese «di interrompere immediatamente le sue attività di spionaggio sul territorio svizzero». Da parte sua, l'ambasciata russa a Berna aveva descritto il rapporto come pure «invenzione». Sabato, ha rifiutato di esprimersi circa l'infiltrazione di spie tra i suoi diplomatici.