Un inatteso avviso di espulsione potrebbe cambiare le sorti della 24enne colombiana
BERNA - È stata l'unica persona interpellata dalle autorità federali in una vasta operazione anti-terrorismo franco-svizzera messa in atto su larga scala nel novembre 2017. Dopo tre mesi di detenzione preventiva a Thun (BE), il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ne ha chiesto il rilascio, trovando che la detenzione non era più giustificata ai fini dell'indagine, indica "24heures" oggi.
La ventiquattrenne colombiana di Losanna, compagna di una delle nove persone arrestate in Francia e accusate di legami con il terrorismo, avrebbe dovuto essere scarcerata ieri. Diversa la sorte del suo uomo, il "presunto imam" 29enne di origine bosniaca, ma residente a Yverdon-les-Bains, ancora detenuto in Francia, dove è stato incriminato.
Secondo "24 ore", Il MPC ha ritenuto che gli elementi raccolti sulla ragazza non abbiano fornito indizi circa un suo coinvolgimento nelle azioni jihadiste del compagno, che con lei ha due figli.
Un inatteso avviso di espulsione da parte della polizia federale ha rimesso in discussione il ritorno in libertà della giovane colombiana. La sezione vodese della popolazione ha chiesto che rimanga in carcere fino al suo allontanamento dal suolo svizzero.
Le dossier contre la compagne du Vaudois radicalisé se dégonfle https://t.co/o1ztnjdSMQ
— 24heures (@24heuresch) 7 febbraio 2018