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ZURIGOPanama Papers: bufera su Infantino

06.04.16 - 10:31
Il neo presidente della Fifa respinge ogni addebito
Panama Papers: bufera su Infantino
Il neo presidente della Fifa respinge ogni addebito

ZURIGO - Spunta anche il nome di Gianni Infantino, neo presidente della Fifa, nella lista nera dei Panama Papers, fra dubbi e sospetti che rischiano di far tramontare a tempo di record le speranze di rinnovamento segnate non più tardi di un paio di mesi fa dall'ascesa di questo tecnocrate italo-svizzero al timone del football mondiale. L'interessato e l'Uefa respingono però ogni addebito.

La notizia è stata riportata con evidenza dal Guardian online. Secondo il giornale inglese da alcune carte risulta che Infantino, quando era a capo dei servizio legali della Uefa, l'Unione delle associazioni calcistiche europee, avrebbe avuto un ruolo in opachi accordi relativi ai diritti tv, con tanto di trasferimento di denaro su società offshore, nell'ambito di quella che alcuni media bollarono poi come la "Coppa del Mondo della truffa".

L'interessato ha sempre negato di essere coinvolto in quella vicenda. Ma i fatti, che si riferiscono al periodo 2003-2006 (alcuni anni prima che Infantino, all'Uefa dal 2000, diventasse segretario generale nel 2009, sotto la presidenza di Michel Platini), sembrano oggi smentirlo.

Secondo i Panama Papers - una massa sterminata di documenti segreti 'sfuggiti' allo studio panamense d'intermediazione legale e finanziaria Mossack Fonseca che coinvolgono anche lo stesso Platini - il suo nome risulterebbe in effetti collegato con una delle società coinvolte nello scandalo. Società che finora era stata ritenuta fiduciaria occulta della Fifa di Sepp Blatter e con cui invece l'Uefa aveva sempre negato di aver avuto rapporti.

A contraddirla, stando sempre al Guardian, saltano invece fuori evidenze che proverebbero contatti diretti nell'ambito della cessione e di una gestione apparentemente spregiudicata dei diritti televisivi relativi alle trasmissione delle partite delle squadre europee in America Latina. Con la firma, appunto, anche di Gianni Infantino.

In discussione erano allora in particolare i diritti riguardanti la Champions League, l'allora Coppa Uefa e la Supercoppa, tutte competizioni targate Uefa. Ad aggiudicarseli fu l'argentina Cross Trading che però subito li ricedette al broadcaster ecuadoriano Teleamazonas (sia per il triennnio 2003-2006, sia per quello 2006-2009) per una somma fra 3 e 4 volte superiore a quanto pagato in origine.

Uno schema più che sospetto. Cross Trading, come in un gioco di scatole cinesi, è del resto una sussidiaria di un'altra azienda denominata Full Play, di proprietà di Hugo Jinkis. Lo stesso Jinkis che per altre vicende legate a presunti episodi di corruzione nel mondo del calcio internazionale in materia di contratti con i media e con gli sponsor è stato in seguito messo sotto accusa dalla giustizia Usa in uno dei filoni della bufera che ha finito per travolgere il lungo regno del potentissimo Blatter. Ossia l'uomo che Infantino ha appena rimpiazzato con la promessa di avviare una nuova era di trasparenza. Ma la cui eredità pare subito riproporsi - pur con nomi diversi e volti più giovani - all'ombra dei misteri che si allungano da Panama.

Infantino si difende - "Sono costernato e non accetto che la mia integrità venga messa in dubbio da nessun tipo di media, tanto più che la Uefa ha già rivelato in dettaglio tutti fatti per quanto riguarda questi contratti". Il presidente della Fifa Gianni Infantino si difende dalle indiscrezioni rese note dal Guardian.

"Come ho già detto - spiega Infantino in un comunicato della Fifa - non ho mai personalmente avuto a che fare con Cross Trading né con i loro proprietari in quanto la procedura di gara è stata condotta dal Team Marketing per conto dell'Uefa. Vorrei aggiungere che né l'Uefa né io siamo mai stati contattati da qualsiasi autorità in relazione a questi contratti particolari. Inoltre, come i media stessi hanno riportato, non vi è alcuna prova di eventuali irregolarità da parte dell'Uefa e di me stesso in questa materia".

Uefa: le accuse "un insulto" - In una dichiarazione scritta rilasciata all'Ansa, l'Uefa definisce le accuse rivolte a Infantino "un insulto alla sua persona e alla sua reputazione" e parla di "un giorno triste per il calcio e per il giornalismo".

"Qualche tempo fa - si legge nella dichiarazione - è stato chiesto se ci fossero rapporti commerciali con persone o aziende citate nell'inchiesta (che coinvolge la Fifa). In quel momento non avevamo modo di controllare le migliaia di contratti commerciali e quindi la risposta iniziale è stata incompleta. Ora, dopo aver condotto un'analisi completa dei nostri contratti commerciali e in particolare con questo contratto tv con l'Ecuador, risalente al 2006, va sottolineato che i diritti in questione sono stati assegnati dopo una gara condotto da TEAM Marketing, che agisce per conto della Uefa. I diritti sono stati assegnati a Teleamazonas/Cross Trading perché hanno fatto l'offerta più alta sul mercato".

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