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VALLESEStato laico, lanciata un'iniziativa popolare

17.06.14 - 15:15
I promotori hanno un anno di tempo per raccogliere le 6000 firme necessarie
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Stato laico, lanciata un'iniziativa popolare
I promotori hanno un anno di tempo per raccogliere le 6000 firme necessarie

SION - In Vallese è stata promossa un'iniziativa popolare per uno Stato laico, che chiede la separazione chiara e netta dalle Chiese. I suoi promotori, che si pongono sulla scia di quanto avvenuto nei cantoni di Ginevra e Neuchâtel, hanno un anno di tempo per raccogliere le 6000 firme necessarie.

 

Lo Stato deve occuparsi dei cittadini, la Chiesa dei fedeli, affermano gli autori dell'iniziativa, secondo i quali occorre una separazione senza equivoci. "Ma uno Stato laico non è uno Stato antireligioso, anticlericale o ateo", hanno sottolineato oggi in una conferenza stampa Barbara Lanthemann e Valentin Abgottspon, co-presidenti dell'Associazione in favore dell'iniziativa popolare vallesana.

 

In concreto, il Vallese non dovrà più imporre a tutti i contribuenti di farsi carico del finanziamento delle due Chiese riconosciute. "Attualmente - spiegano gli iniziativisti - il sistema di finanziamento delle Chiese è opaco e i cittadini non ne sono coscienti. È ad esempio impossibile sapere quale somma è versata alla Curia".

 

I membri del comitato d'iniziativa hanno tentato di ottenere presso i comuni del Basso Vallese le cifre riguardanti il costo delle Chiese riconosciute nel cantone. "Abbiamo trovato molta resistenza ed è stato impossibile valutare i costi reali delle Chiese".

 

Il testo prevede inoltre di lasciare alle sole Chiese e non alle scuole pubbliche l'organizzazione dei corsi di religione. Lo Stato laico dovrebbe vietare anche la presenza di simboli religiosi negli edifici pubblici, quali gli stabili scolastici, gli ospedali, le sedi di parlamenti e di tribunali.

 

"In uno Stato laico, il co-presidente dell'Associazione, il docente Valentin Abgottspon, non sarebbe stato licenziato senza preavviso nel 2010 dalla scuola di Stalden per aver rifiutato di apporre un crocifisso nell'aula scolastica", è stato osservato.

 

Alle persone non sarà invece vietato sfoggiare segni distintivi di una religione, sottolineano gli iniziativisti, fra i quali figurano lo scrittore libertario Narcisse Praz, la ex presidente del PLR vallesano Cilette Cretton, nonché l'ex caporedattore del settimanale liberale-radicale "Confédéré", Adolphe Ribordy.

 

Il PPD del Vallese romando ha prontamente reagito all'annuncio del lancio dell'iniziativa, definendola "un attacco alla storia e alla cultura del Vallese". Il partito dichiara di volerla combattere "strenuamente", perché essa "nasconde il suo reale obiettivo: quello di escludere qualsiasi evocazione cristiana, negando al contempo la cultura, le tradizioni e la storia" del Vallese.

 

Qualora dovesse essere approvata, l'iniziativa "costringerà ad asportare i crocifissi e altri segni religiosi" dagli edifici e dalle piazze pubbliche, sottolinea il PPD secondo cui la separazione fra Chiesa e Stato "esiste di fatto in Vallese".

 

Ats

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