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SVIZZERALa stagione alpestre svizzera nella lista del patrimonio culturale Unesco

05.12.23 - 19:37
Oggi l'iscrizione nella lista rappresentativa dell'organismo internazionale: anche dal Ticino un importante contributo.
Foto TiPress
Fonte Ufficio federale della cultura
La stagione alpestre svizzera nella lista del patrimonio culturale Unesco
Oggi l'iscrizione nella lista rappresentativa dell'organismo internazionale: anche dal Ticino un importante contributo.

BERNA - Le usanze e i rituali legati all’economia alpina svizzera sono stati iscritti nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale UNESCO. Il Comitato intergovernativo, riunito a Kasane (Botswana) per la sua 18a sessione, ha sottolineato la qualità del dossier e del film presentati per la candidatura.

L’estivazione del bestiame nei pascoli d’alta quota è una tradizione vivente documentata fin dal tardo Medioevo. È stata costantemente adattata alle condizioni climatiche, sociali ed economiche locali ed è tutt’oggi praticata per realizzare prodotti alimentari di qualità per i quali la Svizzera è rinomata. Dal carico allo scarico dell’alpe, dai metodi di produzione del formaggio alle competenze nella gestione dei pascoli, dalla fabbricazione artigianale di utensili ai vari canti tradizionali, la stagione alpestre riunisce un intero repertorio di usanze, abilità e rituali che ne fanno un patrimonio culturale molto vivace.

Depositato nel marzo 2022, il dossier di candidatura è stato coordinato dall’Ufficio federale della cultura (UFC) e da specialisti nel campo del patrimonio culturale e dell’agricoltura. I lavori sono stati seguiti anche da un gruppo di accompagnamento allargato composto da esponenti dell’economia alpina, dei Cantoni, dei musei, dei parchi naturali e di altre organizzazioni interessate.

«Oltre a mostrare la varietà e la ricchezza delle tradizioni alpestri - si legge in una nota - questo processo ha permesso di individuare le sfide legate alla loro trasmissione, come il ricambio generazionale e i cambiamenti climatici. Per affrontare queste problematiche, gli attori coinvolti hanno elaborato congiuntamente delle misure incentrate su diversi aspetti, quali la collaborazione intersettoriale, la formazione e la ricerca di personale, la sensibilizzazione del pubblico, la mediazione del patrimonio culturale e la ricerca interdisciplinare».

Anche il Ticino nei gruppi di lavoro -All'elaborazione del dossier come pure ai gruppi di lavoro il Ticino era presente con Francesca Luisoni della Divisione della cultura e degli studi universitari, Daniele Fumagalli della Divisione dell’economia, Capo della Sezione dell’agricoltura dal 1° gennaio 2024, Bruno Bergomi quale giornalista e produttore documentarista, Valerio Faretti in veste di Presidente della Società Ticinese di Economia Alpestre (STEA), Renato Bontognali già ispettore della consulenza lattiera del Cantone e membro d'onore della STEA e Bruno Schiavuzzi in qualità di responsabile PR per Cetra Alimentari SA e Project Manager. «Oltre all’importanza di questa iscrizione per la conservazione e valorizzazione di una delle attività più caratteristiche del nostro Paese - si legge in una nota della Società Ticinese di Economia Alpestre - vi è il riconoscimento del valore aggiunto per tutta la filiera agroalimentare che ora più che mai va sostenuta e riconosciuta».

L’irrigazione tradizionale: conoscenza, tecnica e gestione

La Svizzera partecipa anche alla candidatura multinazionale per l’iscrizione dell’irrigazione tradizionale nella Lista del patrimonio cultura immateriale dell’umanità. Il dossier è stato coordinato dall’Austria e sarà esaminato dal Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO nelle prossime ore. In Svizzera, il progetto coinvolge i Wässermatten (prati irrigui) in Alta Argovia, nei Cantoni di Berna e Lucerna, e i consorzi di bisses in Vallese (consorzi Oberwalliser Sonnenberge, Ayent, Lens, Trient, Nendaz e Grächen).

Candidature svizzere

Nell’ottobre 2014 il Consiglio federale ha approvato una lista indicativa di otto tradizioni viventi svizzere le cui candidature sarebbero poi state presentate all’UNESCO in vista del loro inserimento nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Oltre alla Festa dei vignaioli iscritta nella Lista rappresentativa nel 2016, al Carnevale di Basilea iscritto nel 2017, alla gestione del rischio di valanghe iscritta nel 2018 (con l’Austria), alle processioni della Settimana Santa di Mendrisio iscritte nel 2019 e alle competenze nella meccanica degli orologi e d’arte iscritte nel 2020, vi figurano il design grafico e tipografico svizzero e lo jodel. La Svizzera ha inoltre partecipato alle candidature multinazionali della tecnica dei muretti a secco (iscritta nel 2018), dell’alpinismo (iscritto nel 2019), delle tecniche artigianali e usi nei laboratori delle cattedrali in Europa (iscritti nel 2020) e dell’irrigazione tradizionale, il cui dossier di candidatura sarà esaminato dal Comitato nell’attuale sessione.

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