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Il richiamo vaccinale? «Non c'è ragione di tracciare il limite a 80 anni»

È importante proseguire con il piano vaccinale, afferma l'infettivologo Huldrych Günthard.
Imago
Fonte Ats
Il richiamo vaccinale? «Non c'è ragione di tracciare il limite a 80 anni»
È importante proseguire con il piano vaccinale, afferma l'infettivologo Huldrych Günthard.
BERNA - L'infettivologo Huldrych Günthard chiede all'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), attraverso le pagine del "SonntagsBlick", una strategia per il Coronavirus in vista dell'autunno. Al momento, sottolinea l'esperto, non es...

BERNA - L'infettivologo Huldrych Günthard chiede all'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), attraverso le pagine del "SonntagsBlick", una strategia per il Coronavirus in vista dell'autunno. Al momento, sottolinea l'esperto, non esiste, così come un vero interesse per il Long Covid.

«Da quel che so l'UFSP non ha riconosciuto il Long Covid come un problema prioritario», ha detto il primario della clinica per malattie infettive e igiene ospedaliera presso l'Ospedale universitario di Zurigo. A livello statistico, se 100'000 persone si infettano con il Coronavirus, 5'000 avranno sintomi di lungo corso. «A volte non sono in grado di lavorare per mesi e diventano dei casi speciali a livello medico». Una terapia specifica, infatti, non esiste.

Dalle autorità l'esperto si aspetta poi una comunicazione continua sulla situazione: in caso contrario si rischia «insicurezza nella popolazione», ha sottolineato. Serve anche un gruppo di crisi con rapide procedure decisionali.

L'importante, sempre secondo quanto detto da Günthard al domenicale, è proseguire con il piano vaccinale, con nuovi ordini delle sostanze necessarie. «La palla è di nuovo dell'USFP e dei Cantoni. Serve una strategia chiara».

L'esperto mette in discussione il rigido limite d'età di 80 anni applicato al momento per i vaccini: «A livello medico non c'è nessuna ragione di tracciare un simile limite (...). Bisogna chiedersi che segnale si manda in questo modo».

«Dobbiamo accettare che la pandemia non è finita», ha detto ancora l'infettivologo. L'ondata estiva è rilevante e «probabilmente raggiungeremo l'apice fra due o quattro settimane».

ATS

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