La cura di Trump non piace a Berna

Cocktail di farmaci e vitamine, la task-force federale sul Covid mette in guardia. Ma i nutrizionisti non sono d'accordo
BERNA - La "cura Trump" al Covid ha fatto discutere, nei giorni scorsi. E gli entusiasti non mancano, anche alle nostre latitudini. Ma la task-force federale mette in guardia.
Il presidente Usa durante la degenza in ospedale ha assunto un "cocktail" di farmaci e integratori: anticorpi policlonali sintetici, zinco, vitamina D, famotidina, tavolette di melatonina, e un'aspirina al giorno. Dopo la guarigione di The Doland, il beverone miracoloso sembra aver guadagnato sostenitori. Non solo sui social media ma anche negli ambienti scientifici.
A Berna se ne parla da alcuni giorni. La Società Svizzera di Nutrizione (Ssn) assieme a un comitato di medici e ricercatori ha elaborato un rapporto ufficiale, che raccomanda alla popolazione l'assunzione di vitamina D e zinco per ridurre il rischio di contagio.
Il "libro bianco" sul Covid è stato pubblicato sul sito della Ssn. E tra le autorità sanitarie c'è chi storce il naso. L'infettologo Manuel Battegay ha ricordato al Blick che «non è stato dimostrato un effetto di tali cocktail sui virus invernali e in particolare sul coronavirus». L'epidemiologo Marcel Tanner, membro della task force federale, ha dichiarato in due occasioni che i cocktail di vitamine «contribuiscono al rafforzamento generale della salute e della costituzione» ma «non sono trattamenti specifici per il Covid».
Secondo la Ssn tuttavia in Svizzera si fa ancora troppo poco consumo di nutrienti vitaminici, e i quantitativi sul mercato sarebbero «insufficienti» secondo il rapporto. «Secondo i dati attuali, la popolazione svizzera non segue abbastanza queste raccomandazioni» si legge nel documento (non ancora disponibile in italiano).
Di per sé «non c'è niente di sbagliato nei consigli nutrizionali» ha dichiarato sempre al Blick Didier Trono, virologo e membro della task force di Berna. «È tuttavia discutibile il collegamento diretto tra questi suggerimenti nutrizionali e la protezione dal coronavirus». Allo stato attuale delle conoscenze, sembra che «la nutrizione abbia un effetto limitato sulla possibilità di contrarre il virus». Meglio mantenere le distanze, e lavarsi sempre le mani, a scanso di dubbi.




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