
LUCERNA - Se non fosse scoppiata la pandemia, gli impianti di risalita elvetici avrebbero registrato un'ottima stagione invernale. Ma il lockdown ha portato a un inevitabile calo dei passeggeri. È quanto emerge dall'assemblea generale di Funivie Svizzera che ha avuto luogo oggi a Lucerna.
«Alla fine di febbraio il numero degli ospiti era superiore del 10% rispetto alla media degli ultimi cinque anni» ha affermato il presidente Hans Wicki. Ma a causa della successiva chiusura delle attività, i passeggeri sono rimasti fermi a 20,2 milioni. Si tratta - secondo l'associazione - del peggior risultato delle ultime quindici stagioni invernali. Dal punto di vista finanziario, si parla di mancati introiti per circa 300 milioni di franchi.
Estate difficile - Per gli impianti di risalita si sta inoltre concludendo una stagione estiva altrettanto difficile. Il turismo interno - osserva l'associazione - non ha infatti permesso di compensare quello proveniente dall'estero. Alla fine di agosto, in generale sul fronte dei passeggeri si registrava un calo del 33,5% rispetto al 2019. È andata meglio per quegli impianti che già da tempo si concentrano sulla clientela elvetica.
Un altro inverno col virus - Ora il settore guarda con cauto ottimismo alla prossima stagione invernale (è la stagione che genera il 75% degli incassi, in determinate destinazioni addirittura il 90%). «Dobbiamo convivere con il virus. E ce la faremo» ha affermato ancora Wicki, ricordando tra l'altro che durante l'inverno i visitatori sono protetti anche da guanti, occhiali e caschi. E il settore esclude una limitazione della capacità di trasporto delle funivie.
Se non fosse scoppiata la pandemia, gli impianti di risalita elvetici avrebbero registrato un'ottima stagione invernale. Ma il lockdown ha portato a un inevitabile calo dei passeggeri. È quanto emerge dall'assemblea generale di Funivie Svizzera che ha avuto luogo oggi a Lucerna.