Nuovamente riconosciuti colpevoli di assassinio un 81enne e una 41enne vodesi. Il padre: «Avete commesso un vergognoso errore giudiziario»
LOSANNA - Il Tribunale cantonale vodese ha confermato le condanne a 18 e 20 anni di carcere pronunciate in prima istanza nei confronti del marito e della figlia di una settantenne, brutalmente uccisa nella sua casa di St-Légier (VD). Entrambi sono stati riconosciuti colpevoli di assassinio.
Alla lettura della sentenza la figlia, di 41 anni si è asciugata gli occhi con un fazzoletto, mentre il padre, 81enne, si è rivolto ai giudici affermando che avevano commesso «un disgustoso e vergognoso errore giudiziario». Gli avvocati difensori hanno annunciato che presenteranno ricorso al Tribunale federale.
I fatti, secondo l'atto d'accusa, risalgono alla notte tra l'11 e il 12 dicembre del 2016 quando l'anziano e la figlia, durante una lite, uccisero la settantenne colpendola alla testa con una chiave smontagomme e occultando il cadavere, che venne ritrovato in una zona isolata cinque mesi più tardi in stato di decomposizione avanzata. Il tribunale è ora giunto alla conclusione che il crimine venne commesso da entrambi "con freddezza e premeditazione".
La vittima, descritta come una persona nevrotica e dispotica, era proprietaria unica della casa di St-Légier e il suo patrimonio superava i 900'000 franchi. Secondo l'atto d'accusa minacciava regolarmente di tagliare i fondi al marito squattrinato e di escludere la figlia dal testamento.