Gli stati dell'Unione europea si dovranno pronunciare in merito a una possibile abrogazione. La Svizzera dovrà valutare la sua posizione
BERNA - Nella notte tra sabato e domenica dormiremo un’ora in più. Raggiunte le tre del mattino tutti gli orologi torneranno indietro di un’ora. Potrebbe essere l’ultima volta.
La Commissione europea ha chiesto di cancellare questo uso, introdotto nel 1973 per far fronte allo shock petrolifero di quell’anno. L’obiettivo era risparmiare energia. La Svizzera, per non rimanere danneggiata economicamente, si è adattata ai paesi vicini nel 1981, così come molti Stati dell’est Europa.
Secondo un recente sondaggio a base volontaria l’80% dei partecipanti (4,6 milioni di persone) in 28 paesi sarebbe favorevole all’abolizione. La decisione deve essere presa entro aprile 2019 autonomamente da ogni stato, come ha spiegato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, dopo un confronto fra Parlamento europeo e capi di Stato e di governo all’interno del Consiglio europeo. La Svizzera dovrà quindi in seguito valutare la sua posizione.
L’alternanza tra ora legale e solare ha da sempre suscitato grandi polemiche, soprattutto per quanto riguarda i riscontri negativi sulla salute, in particolare sui bambini e sugli anziani. Inoltre, per alcuni, non vi sarebbe un effettivo risparmio energetico. I più critici attribuiscono addirittura a questa uso l’aumento del numero degli incidenti stradali.
Secondo il METAS - l'Istituto federale di metrologia che è responsabile del cambio dell'ora in Svizzera - è comunque certo che ci sarà un altro cambiamento all'ora legale il 31 marzo. Spetterà poi alla politica decidere se questo sarà l'ultimo.