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BERNAIl procedimento “Würenlingen” non sarà riaperto

09.08.18 - 14:29
Il Ministero pubblico della Confederazione ha confermato la prescrizione: «Non ci sono i presupposti per una riapertura»
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Il procedimento “Würenlingen” non sarà riaperto
Il Ministero pubblico della Confederazione ha confermato la prescrizione: «Non ci sono i presupposti per una riapertura»

BERNA - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) è arrivato alla conclusione che il "caso Würenlingen" è prescritto e non può essere riaperto. Il procuratore generale della Confederazione ha emanato un decreto di non luogo a procedere in merito alla richiesta, giunta oltre un anno fa, per la riapertura dell'indagine sul più grave atto terroristico che ha interessato la Svizzera.

Il 21 febbraio 1970 una bomba, destinata in realtà a un aereo di una compagnia israeliana, fece schiantare sul suolo di Würenlingen (AG) un velivolo Swissair da poco decollato da Kloten (ZH), provocando la morte di 47 persone. I presunti responsabili - legati all'OLP - erano noti, ma non sono mai stati processati.

La richiesta rivolta al MPC era motivata da un rapporto dell'FBI che tirava in ballo nuovi sospettati: due cittadini dell'allora Germania Ovest che avrebbero dato man forte al commando palestinese.

L'MPC ha sottoposto il procedimento penale - abbandonato il 3 novembre 2000 - a una «valutazione approfondita in fatto e in diritto», indica oggi la Procura federale. L'esame dell'incarto ha portato alla conclusione che non sono adempiuti i presupposti giuridici per una riapertura del procedimento abbandonato, né per l'apertura di un nuovo procedimento nei confronti di nuove persone e nemmeno per quanto riguarda l'imprescrittibilità del reato. Il "caso Würenlingen" è dunque prescritto. La decisione è stata emanata lo scorso 26 luglio.

Il Coronado della Swissair era diretto a Tel Aviv. Si schiantò nella località argoviese a causa di una bomba esplosa nel bagagliaio grazie a un meccanismo collegato ad un altimetro. L'inchiesta stabilì che il pacco con la carica esplosiva fu spedito da Monaco, per un destinatario di Gerusalemme. Il pacco bomba in realtà era destinato a un aereo della compagnia israeliana El-Al, ma fu smistato sul Coronado della Swissair perché l'aereo israeliano era in ritardo. I mittenti erano i cittadini giordani Sufian Radi Kaddoumi e Badawi Mousa Jahwer, che non sono però mai finiti davanti a un tribunale.

In un libro pubblicato all'inizio del 2016, il giornalista della NZZ Marcel Gyr sostiene la tesi che fra la Svizzera e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) fu raggiunto nel settembre 1970 un accordo segreto che di fatto insabbiò l'inchiesta contro i due presunti responsabili dell'attentato.

L'accordo segreto, deciso durante il sequestro di un altro aereo Swissair e altri due velivoli nel deserto giordano, sarebbe stato raggiunto dall'allora consigliere federale Pierre Graber (PS) - senza chiedere il parere dei colleghi di governo - in un incontro con il responsabile degli affari esteri dell'OLP, Farouk Kaddoumi, organizzato a Ginevra dall'ex consigliere nazionale Jean Ziegler (PS).

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