Gli ex bambini-schiavi hanno tempo ancora pochi giorni per richiedere il contributo di solidarietà. Heinz Morach propone una vignetta per ricordare la scadenza
SAN GALLO - Dall’inizio del 2017 le vittime di misure coercitive a scopo assistenziale e collocamenti extrafamiliari possono chiedere un contributo di solidarietà a titolo di risarcimento. Sinora sono soltanto 7’200 le richieste pervenute all’Ufficio federale di giustizia (UFG). Ma si stima che siano ancora quasi ventimila gli ex bambini-schiavi (i cosiddetti “Verdingkinder”) ancora in vita. Uno di questi è il settantatreenne Heinz Morach, che ora - assieme all’amico e illustratore Heinz Münger - propone una vignetta per ricordare le vittime che sta per scadere il tempo per richiedere il contributo: il termine è infatti fissato per il prossimo sabato 31 marzo.
Morach aveva otto anni, quando - dopo che la madre era morta di cancro - lungo il tragitto casa-scuola fu prelevato per essere trasferito in un istituto educativo. Un istituto in cui visse momenti particolarmente difficili. «Le violenze fisiche e psicologiche facevano parte della quotidianità» racconta. E per molti bambini-schiavi non fu nemmeno possibile seguire una formazione. O furono costretti a interromperla. Per questo Morach ritiene che oggi la maggior parte delle vittime sia in difficoltà finanziaria. Anche se per il settantatreenne non si tratta dei soldi. «Un contributo di 20’000 fino a 25’000 franchi non rende sicuramente ricchi, ma può alleviare la povertà».
Secondo l’UFG non esistono registri o banche dati che permettano di risalire alle vittime, quindi per la Confederazione non è possibile contattare direttamente i “Verdingkinder”. Uno scritto è però stato inviato a tutti i medici di famiglia e agli aiuti domiciliari, con la preghiera di informare le persone interessate sulla possibilità di richiedere il contributo di solidarietà. Inoltre sono stati distribuiti dei volantini.