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CANTONE / SVIZZERACondannato oltremanica, finisce internato in Ticino

21.03.18 - 11:45
Il vodese, accusato di tentato omicidio, aveva chiesto il trasferimento in Svizzera per essere più vicino alla sua famiglia. Ma il suo “viaggio” non è andato come previsto
Keystone
Condannato oltremanica, finisce internato in Ticino
Il vodese, accusato di tentato omicidio, aveva chiesto il trasferimento in Svizzera per essere più vicino alla sua famiglia. Ma il suo “viaggio” non è andato come previsto

LUGANO - È stato condannato nel Regno Unito per avere tentato di uccidere la sua compagna con una spada da Samurai e ha chiesto il trasferimento in Svizzera per essere più vicino alla sua famiglia di Yverdon-les-Bains, ma è stato incarcerato in Ticino. È la storia di Kevin*, un 36enne vodese, definita da Le Temps “il viaggio insolito di un condannato”.

L’uomo, arrivato a Lugano, ha avuto anche un’altra brutta sorpresa: restando nel Regno Unito avrebbe potuto sperare nella libertà dopo avere espiato la pena minima di 4 anni e 8 mesi. In Svizzera, invece, potrebbe restare dietro le sbarre per almeno dieci anni.

Il dossier del 36enne è finito sul tavolo di un giudice vodese, che terrà un’udienza il 22 marzo. Il Tribunale federale ha ordinato un nuovo rapporto psichiatrico e il riesame del fascicolo. Sono possibili tre scenari: potrebbe essere uno dei pochi condannati - circa il 2% secondo un recente studio - a ottenere la libertà condizionale, la detenzione potrebbe cambiare in “terapeutica”, oppure ogni richiesta potrebbe venire rifiutata.

Il tentato omicidio - L’uomo, il 29 novembre 2008, ha cercato di uccidere la sua compagna dopo un litigio. L’ha aggredita, le ha stretto le mani attorno al collo finché non è svenuta e l’ha colpita al petto e alla stomaco con una spada da samurai. Sono stati i vicini ad allertare le autorità, salvandole la vita.

La Corte d’assise di Leeds ha condannato l’uomo a una pena di durata indeterminata “ai fini della protezione della popolazione”, con un minimo di 3 anni e 4 mesi. La Corte d’appello di Londra ha aggiunto alla condanna 16 mesi di prigione. Nel maggio 2009, mentre si trovava in detenzione nello Yorkshire, ha chiesto il trasferimento, che gli è stato accordato quattro anni dopo, con internamento in prigione senza alcuna ulteriore perizia psichiatrica.

Detenuto modello - Al carcere della Stampa - secondo quanto riferisce Le Temps - era considerato un detenuto modello. «Lavora, ha superato alcuni esami di inglese e si è iscritto alla facoltà di teologia di Lugano per seguire a distanza dei corsi di filosofia», avrebbero detto di lui.

Nel marzo 2014 una perizia psichiatrica ha dipinto un quadro oscuro dell’uomo, che si è presentato al colloquio con un libro di Kant. Orfano di padre, ha avuto un rapporto burrascoso con la madre fino al viaggio in Australia - «per vivere l’avventura e incontrare i rettili» -, dove ha conosciuto un’olandese con cui si è trasferito nel Regno Unito, dove ha in seguito conosciuto la sua vittima.

Secondo l’esperto, il 36enne soffre di un disturbo di personalità mista, narcisismo, mancanza di empatia e risentimenti. Sarebbe anche alto il rischio di recidiva.

Presto nel canton Vaud? - Nel maggio dello scorso anno, dopo molte richieste da parte del difensore, Kevin è stato trasferito nella prigione Bellechasse di Bas-Vully (Friburgo). La perizia psichiatrica ha in questo caso previsto la possibilità di un percorso terapeutico.

Il 22 marzo i suoi legali chiederanno il trasferimento nel canton Vaud: «È giunto il momento di permettere al nostro cliente di uscire da questo labirinto infinito dove il tempo si è fermato e dargli l’opportunità di pensare al futuro».

*nome fittizio

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