Il vodese, accusato di tentato omicidio, aveva chiesto il trasferimento in Svizzera per essere più vicino alla sua famiglia. Ma il suo “viaggio” non è andato come previsto
LUGANO - È stato condannato nel Regno Unito per avere tentato di uccidere la sua compagna con una spada da Samurai e ha chiesto il trasferimento in Svizzera per essere più vicino alla sua famiglia di Yverdon-les-Bains, ma è stato incarcerato in Ticino. È la storia di Kevin*, un 36enne vodese, definita da Le Temps “il viaggio insolito di un condannato”.
L’uomo, arrivato a Lugano, ha avuto anche un’altra brutta sorpresa: restando nel Regno Unito avrebbe potuto sperare nella libertà dopo avere espiato la pena minima di 4 anni e 8 mesi. In Svizzera, invece, potrebbe restare dietro le sbarre per almeno dieci anni.
Il dossier del 36enne è finito sul tavolo di un giudice vodese, che terrà un’udienza il 22 marzo. Il Tribunale federale ha ordinato un nuovo rapporto psichiatrico e il riesame del fascicolo. Sono possibili tre scenari: potrebbe essere uno dei pochi condannati - circa il 2% secondo un recente studio - a ottenere la libertà condizionale, la detenzione potrebbe cambiare in “terapeutica”, oppure ogni richiesta potrebbe venire rifiutata.
Il tentato omicidio - L’uomo, il 29 novembre 2008, ha cercato di uccidere la sua compagna dopo un litigio. L’ha aggredita, le ha stretto le mani attorno al collo finché non è svenuta e l’ha colpita al petto e alla stomaco con una spada da samurai. Sono stati i vicini ad allertare le autorità, salvandole la vita.
La Corte d’assise di Leeds ha condannato l’uomo a una pena di durata indeterminata “ai fini della protezione della popolazione”, con un minimo di 3 anni e 4 mesi. La Corte d’appello di Londra ha aggiunto alla condanna 16 mesi di prigione. Nel maggio 2009, mentre si trovava in detenzione nello Yorkshire, ha chiesto il trasferimento, che gli è stato accordato quattro anni dopo, con internamento in prigione senza alcuna ulteriore perizia psichiatrica.
Detenuto modello - Al carcere della Stampa - secondo quanto riferisce Le Temps - era considerato un detenuto modello. «Lavora, ha superato alcuni esami di inglese e si è iscritto alla facoltà di teologia di Lugano per seguire a distanza dei corsi di filosofia», avrebbero detto di lui.
Nel marzo 2014 una perizia psichiatrica ha dipinto un quadro oscuro dell’uomo, che si è presentato al colloquio con un libro di Kant. Orfano di padre, ha avuto un rapporto burrascoso con la madre fino al viaggio in Australia - «per vivere l’avventura e incontrare i rettili» -, dove ha conosciuto un’olandese con cui si è trasferito nel Regno Unito, dove ha in seguito conosciuto la sua vittima.
Secondo l’esperto, il 36enne soffre di un disturbo di personalità mista, narcisismo, mancanza di empatia e risentimenti. Sarebbe anche alto il rischio di recidiva.
Presto nel canton Vaud? - Nel maggio dello scorso anno, dopo molte richieste da parte del difensore, Kevin è stato trasferito nella prigione Bellechasse di Bas-Vully (Friburgo). La perizia psichiatrica ha in questo caso previsto la possibilità di un percorso terapeutico.
Il 22 marzo i suoi legali chiederanno il trasferimento nel canton Vaud: «È giunto il momento di permettere al nostro cliente di uscire da questo labirinto infinito dove il tempo si è fermato e dargli l’opportunità di pensare al futuro».
*nome fittizio