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VAUDLista Falciani, niente indennizzo per l'italiana "pizzicata" dalla Guardia di finanza

18.09.17 - 17:52
La banca HSBC non dovrà versare nulla alla donna finita nel mirino del fisco in patria a causa dei dati bancari rubati
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Lista Falciani, niente indennizzo per l'italiana "pizzicata" dalla Guardia di finanza
La banca HSBC non dovrà versare nulla alla donna finita nel mirino del fisco in patria a causa dei dati bancari rubati

LOSANNA - La banca HSBC non dovrà versare un indennizzo a una cittadina italiana finita nel mirino del fisco in patria a causa dei dati bancari rubati da Hervé Falciani. Il Tribunale federale (TF) ha accettato un ricorso dell'istituto contro una decisione resa dal Tribunale di appello ticinese.

Titolare dal 1999 di un conto bancario non dichiarato alle autorità fiscali italiane, la donna era stata informata per lettera dalla banca nel marzo 2010 del furto di dati commesso da Hervé Falciani, dati fra i quali figuravano verosimilmente quelli relativi alla sua relazione bancaria.

Poiché la corrispondenza destinata alla cliente veniva trattenuta come pattuito presso la banca, la donna era venuta a conoscenza del furto soltanto ad aprile. Per questo motivo l'italiana aveva rimproverato all'istituto di averle impedito di regolarizzare volontariamente la propria situazione, beneficiando delle agevolazioni previste dallo scudo fiscale.

Dopo essere stata convocata nel settembre 2010 dalla Guardia di finanza italiana, la donna è stata confrontata ad una serie di recuperi d'imposta e sanzioni, per le quali ha chiesto alla HSBC un indennizzo di quasi 40'000 euro.

In prima istanza, il Pretore di Lugano ha ritenuto che la banca avesse violato sotto due profili il contratto di mandato che la legava alla cliente: in primo luogo, tramite Falciani, ha leso l'obbligo del segreto bancario e il dovere di discrezione e di fiducia dovuto alla donna; in secondo luogo, una volta resasi conto del furto dei dati, la banca non ha informato adeguatamente la cliente. Il Pretore aveva dunque concesso alla donna un risarcimento di oltre 32'000 euro, una somma portata a quasi 31'000 euro dal Tribunale di appello.

I giudici federali sono invece convinti che all'origine delle sanzioni inflitte dalle autorità fiscali italiane "sta la decisione consapevole della cliente di non dichiarare in Italia il conto bancario svizzero e di non avere voluto approfittare dei diversi scudi fiscali per mettersi in regola". In simili circostanze - rilevano - è escluso che la cliente possa riversare sull'istituto bancario la multa inflittale dal fisco italiano.

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