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FRIBURGOConfermati gli orrori all'Istituto Marini: "Ci furono abusi sessuali"

26.01.16 - 11:41
Sono risultati fondati i sospetti di maltrattamenti accaduti fra il 1929 e il 1955 in un ex orfanotrofio e collegio cattolico a Montet nel canton Friburgo
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Confermati gli orrori all'Istituto Marini: "Ci furono abusi sessuali"
Sono risultati fondati i sospetti di maltrattamenti accaduti fra il 1929 e il 1955 in un ex orfanotrofio e collegio cattolico a Montet nel canton Friburgo

FRIBURGO - Sono risultati fondati in 21 casi almeno i sospetti di maltrattamenti e abusi sessuali avvenuti fra il 1929 e il 1955 in un pensionato cattolico nel canton Friburgo, l'istituto Marini di Montet. È quanto risulta da uno studio, pubblicato oggi, chiesto da Monsignor Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo.

Nel periodo in questione l'istituto, che offriva posto a centinaia di ragazzi, era sotto la responsabilità diretta del vescovo. L'indagine ha portato alla luce "maltrattamenti e gravi e ripetuti abusi sessuali".

La preoccupazione principale dei responsabili era di nascondere i fatti: vi erano stati reclami e denunce, scoperti dagli autori dello studio grazie al controllo della corrispondenza. Una prima valutazione dei documenti ha permesso di identificare 21 casi di abusi sessuali su bambini e ragazzi e 11 colpevoli, viene spiegato. Ma "vi sono più vittime di quante rilevate dalle statistiche", ha sottolineato a Friburgo il vescovo Morerod in occasione della presentazione del rapporto. Un punto di vista condiviso dalle vittime presenti alla conferenza stampa.

Un anno fa il vescovo aveva chiesto di svolgere lo studio dopo aver incontrato delle vittime. Il gruppo di ricerca ha svolto le indagini su materiale di archivio, in particolare della Curia e dello Stato, e parlando con quattordici testimoni e parenti di vittime, che hanno risposto ad un appello. Tra gli autori di abusi figurano anche due successivi direttori, entrambi sacerdoti, e due religiosi dell'istituto.

Anne-Françoise Praz, professoressa associata all'Università di Friburgo, Rebecca Crettaz, diplomata allo stesso istituto, e Pierre Avvanzino, professore onorario all'Alta scuola di lavoro sociale e della sanità di Losanna, hanno svolto la ricerca "in totale libertà", ha sottolineato Praz di fronte ai media.

Impunità dei colpevoli - Secondo lo studio, la maggioranza dei ragazzi ospitati all'istituto friburghese veniva accolta ad un'età compresa tra i 10 e i 14 anni e spesso proveniva da famiglie con difficoltà economiche e sociali. Molte vittime erano lontane dalle proprie famiglie e una buona proporzione era "psicologicamente e socialmente fragile", sottolineano gli autori del rapporto.

Un contesto che sembra aver favorito gli abusi e l'impunità dei colpevoli. Malgrado "un'ondata di consecutive denunce tra il 1932 e il 1955", solo due casi, riguardanti un sacerdote direttore e un altro religioso, sono finiti in tribunale, nel 1954 e nel 1956.

Riguardo alle condizioni di vita nell'istituto, le testimonianze sono "sconcertanti": ragazzi, anche minori di 16 anni, che non frequentavano la scuola ma svolgevano lunghi e duri lavori agricoli, severità nella disciplina con punizioni prossime al maltrattamento (frustate) e alimentazione scarsa.

Grave carenza nella formazione - Uno degli obiettivi dello studio era capire come tali abusi sono potuti avvenire e perdurare tanto a lungo, sovente in totale impunità. Secondo Praz, l'istituto stesso, la Chiesa la società friburghese e svizzera in generale, oltre alla stigmatizzazione della povertà e al disprezzo sociale per i bambini in affidamento, hanno favorito il silenzio e le condizioni di tale deriva.

"Tutti i testimoni hanno insistito sull'asimmetria completa tra la la loro impotenza e il potere degli abusatori", ha spiegato Praz. Secondo gli esperti tale squilibrio era rafforzato dal tipo d'istituzione - grande, autoritaria, confessionale -, da un'insufficiente supervisione dell'istituto da parte dei responsabili, in particolare del Comitato della direzione, dal frequente cambio degli insegnanti e da una "grave carenza" nella formazione dei sorveglianti laici.

Rilevanti inoltre gli sforzi della gerarchia religiosa e del comitato nel nascondere lo scandalo: discrete inchieste interne, semplice trasferimento dei preti responsabili e pressioni per ottenere ritrattazioni da parte degli accusatori.

Fondato nel 1881 e chiuso nel 1979, l'Istituto Marini è stato diretto da preti diocesani e dipendeva direttamente dal vescovo. Esso si distingue dunque da altri stabilimenti di quest'epoca diretti da congregazioni religiose senza legami con le diocesi.

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