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LNAFora a testa bassa: «La NHL non è un'ossessione ma lavoro per arrivarci»

27.12.16 - 10:02
Il difensore dell'Ambrì sa di doversi impegnare per crescere: «Con Tsygourov ho migliorato velocità e pattinata. In partita, in occasioni specifiche, mi rendo conto di riuscire dove prima faticavo»
Fora a testa bassa: «La NHL non è un'ossessione ma lavoro per arrivarci»
Il difensore dell'Ambrì sa di doversi impegnare per crescere: «Con Tsygourov ho migliorato velocità e pattinata. In partita, in occasioni specifiche, mi rendo conto di riuscire dove prima faticavo»
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AMBRÌ - «Michael Fora? Me lo ricordo quando giocava nei Kamloops Blazers. Ha caratteristiche simili a quelle di Keaton Ellerby e penso che, se crescerà ancora, potrà imporsi, arrivare alla NHL e... restarci». Le parole di Darryl Wolski, agente di Ellerby (giocatore da oltre 200 presenze tra i Pro nordamericani), suonano come una promozione per il difensore dell'Ambrì il quale, da poco firmato un rinnovo biennale con i biancoblù, non ha comunque di certo accantonato l'idea di "provare" presto in NHL.

«Fa molto piacere essere accostato a un campione come Ellerby - ci ha raccontato sorpreso Fora - lo conosco bene come giocatore anche se, devo ammetterlo, non ho studiato tutte le sue caratteristiche fin nei minimi dettagli. So che è un professionista completo, fisicamente molto forte, che in difesa si fa rispettare, che per la squadra è un elemento pesantissimo. Ecco, il suo apporto al gioco è quello che, con il tempo, mi piacerebbe riuscire a regalare ai miei compagni».

Dopo sette stagioni di su e giù tra NHL e AHL, il 28enne canadese ha preso la via dell'Europa. Lo abbiamo visto in KHL e a Friborgo. Ora è al Lukko. Una carriera importantissima.
«Da giocatore di primissimo livello».

Quello che potresti diventare tu. Wolski ti ha pronosticato un futuro da NHLer. Se migliorerai...
«La NHL non è per me un'ossessione. Certo mi piacerebbe un giorno "arrivare". Ma so che per far sì che questo accada devo lavorare parecchio».

Sei schizzinoso e, come qualcuno tra i tuoi colleghi, accetteresti di sorvolare l'oceano solo per la migliore Lega del mondo? O ti accontenteresti della AHL?
«Non voglio precludermi nulla. Anche l'American Hockey League sarebbe, al momento giusto, un banco di prova importante. Una sfida che mi permetterebbe di crescere. So di non essere un fenomeno, perciò devo crescere giorno dopo giorno, un passo alla volta».

O nasci Auston Matthews o devi lavorare?
«Piano con i paragoni. Questo poi, non è veritiero. Auston è Auston...».

La tua politica dei piccoli passi fino a questo punto ha dato i risultati che speravi?
«Assolutamente sì. Sono soddisfatto del livello raggiunto, anche se so che c'è ancora molta strada da fare. Ultimamente, per esempio, mi sto impegnando a fondo con Tsygourov per migliorare velocità e pattinata. Devo ammettere che tutto il lavoro fatto sta dando dei frutti: in partita, in occasioni specifiche, mi rendo infatti conto di riuscire dove prima invece faticavo. Il processo di crescita sta continuando».

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