I numeri non sono positivi. Il presidente del Lugano non è in ogni caso preoccupato: «Scoccia, ma io sono sereno»
LUGANO - Il gioco dice una cosa. I numeri sostengono invece il contrario. Guardando al campo, alle trame e all'impegno, il Lugano di Celestini va promosso. Sbirciando però a risultati e classifica c'è da tremare.
Per il momento il raccolto del 43enne tecnico è deficitario. Solo Zeman, da quando i bianconeri sono tornati in Super League, aveva fatto peggio nelle prime sette giornate in panchina.
Con Celestini al timone i ticinesi hanno vinto due volte (contro San Gallo e Thun), pareggiato una (contro lo Xamax) e perso quattro (a Zurigo contro il GC, a Basilea, contro il Lucerna e a Berna con lo Young Boys). Sette sfide. Sette punti. Con il boemo erano invece arrivati due successi (1-0 al Vaduz e a Berna contro lo Young Boys) e cinque rovesci.
«E Zdenek aveva avuto l'estate per lavorare con la squadra. Celestini non ha avuto tempo», si potrebbe sottolineare. Vero. Che la corsa del losannese sia lenta lo si capisce però anche sbirciando a quanto combinato da chi non ha avuto il gruppo in mano da inizio stagione, da chi, negli ultimi anni, a Cornaredo è subentrato.
Paolo Tramezzani aveva sostituito Andrea Manzo nella seconda stagione di massima serie, guidando i bianconeri dall'inizio del “girone di ritorno”. Pur con un debutto da brivido (0-4 a Basilea), nelle prime sette sfide il mister italiano raccolse dieci punti. Poi è stata la volta di Abascal, chiamato in sostituzione di Tami l'anno passato. Allo spagnolo furono chiesti punti salvezza. Rispose – anche lui – con tre successi e un pari in sette incroci. Dieci punti, Lugano in grado di difendere il proprio posto tra le big del calcio elvetico e sivigliano confermato alla guida della Prima squadra. Fino al ribaltone di inizio ottobre e all'arrivo di Celestini.
«Per fare un'analisi seria si deve attendere di aver giocato almeno nove partite - è intervenuto Angelo Renzetti - per il resto, aspettiamo di chiudere questo girone e poi faremo qualche conto».
Che quanto mostrato in campo strida con quanto ottenuto non è però in dubbio.
«È vero, ma che possiamo fare? Ci sta girando male, tutto qui. Scoccia, ma può capitare, nello sport come nella vita. Io sono sereno».
Nonostante la classifica?
«Non sono mai stato così sereno, davvero. Vedo l'allenatore che lavora sodo e il gruppo che lo segue. Chi rimane fuori ha comunque un bello spirito. E poi, insomma, giochiamo bene. Una partita come quella contro lo Xamax quante altre volte la perderemmo? E quelli dello Young Boys ci hanno fatto i complimenti, ammettendo che nessuno li ha messi in difficoltà come abbiamo fatto noi. È solo un periodo così. Se proprio devo ammettere una preoccupazione, ho quella che qualche squadra scappi in classifica. Per ora, nonostante i quattro punti persi per errori arbitrali, siamo però ancora tutti lì. I bernesi del Thun, secondi, sono lontani otto lunghezze, ma in due partite contro di loro abbiamo ottenuto un successo e un pari. Quindi, niente preoccupazioni. Inutile enfatizzare il momento: si crea frustrazione, che non fa bene a nessuno».