Nella seconda parte di Super League i bianconeri potrebbero soffrire. Arno Rossini: «Ma dobbiamo tifare per loro e sperare che si salvino. Loro rappresentano il Ticino»
LUGANO - Oramai ci siamo. Ancora qualche giorno e il Lugano ricomincerà, insieme con le nove compagne d'avventura, a illuminare la Super League. Chiuso male un girone d'andata parso alla portata, i bianconeri - passati anche attraverso il cambio mister - dovranno guadagnarsi la salvezza nelle restanti diciotto contese. Da sabato sera, quando saranno di scena al Sankt Jabob-Park, dovranno dunque riprendere a sgobbare e sudare, a battersi come ossessi nel tentativo di racimolare qualche punto qua e là. Alla fine infatti, la differenza tra una stagione positiva e una disastrosa potrebbe essere minima. Come imparato dallo Zurigo l'anno passato...
Ma da questo Lugano cosa si deve attendere? La conferma in categoria non sembra impossibile da ottenere...
«Quella bianconera è una buonissima squadra - ha sottolineato Arno Rossini - che ha ricambi in ogni ruolo e delle eccellenze. Penso a Sadiku e ad Alioski. A Cornaredo hanno le qualità per una seconda parte di stagione estremamente tranquilla».
Cosa può andar storto?
«Le grandi incognite sono due, tre. Cominciando da Tramezzani».
Non ti convince?
«Lavora tanto, è entusiasta del suo ruolo... però non ha esperienza. Nessuno può dire come farà questo mestiere, completamente nuovo per lui. E non sto parlando dell'aspetto tattico: dovrà essere bravo a gestire ogni situazione, dovrà eccellere nei rapporti con la squadra, districarsi in quelli con i media, dovrà "sopportare" la società. È complicato».
Si troverà a fare i conti con un presidente esuberante.
«Renzetti è un uomo di grande cuore e temperamento. Come in passato creerà qualche difficoltà».
Eppure pare aver messo "la testa a posto". Pare essere pronto a non andare oltre le righe.
«Ci credo poco. E non per Tramezzani. Il "pres" era così anche con Zeman. Non cambierà ora. È semplicemente... sé stesso».
Altri problemi?
«Potrebbero arrivare dalla testa. Le parole sono belle e le ambizioni grandi, non scordiamoci in ogni caso che il Lugano ha una classifica traballante. E che comincerà la seconda parte di campionato con sfide complicatissime».
La prima, sabato, sarà a Basilea.
«Contro un avversario che fa quasi un altro sport. Fare punti contro i renani sarà dura. Dopo quel match, poi, i bianconeri affronteranno un GC rinforzatissimo e poi andranno a Vaduz. Non certo un avvio comodo».
C'è la possibilità che dopo i primi due incontri la truppa di mister Tramezzani sia ultima...
«Proprio per questo ho parlato di "testa": come si muoveranno il tecnico e i giocatori nelle difficoltà?».
Insomma, ci attendono mesi di passione?
«Spero davvero che non sia così. Che, magari con qualche successo all'inizio, il campionato si metta subito in discesa per i bianconeri. Come il Sion per il Vallese, loro rappresentano il Ticino. Sono la "nostra" squadra. L'auspicio è che non solo si salvino ma che riescano a consolidarsi a questo livello. Diventando una certezza».