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SALUTEI cambiamenti climatici, annunciati dall'ONU, ci stanno già danneggiando

10.04.07 - 09:55
Ti Press
I cambiamenti climatici, annunciati dall'ONU, ci stanno già danneggiando

MILANO - Gas serra e polveri sottili minacciano non solo l'ambiente, ma anche la nostra salute. Nessun dubbio al riguardo nel Quarto rapporto tecnico dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), l'organismo delle Nazioni Unite che si occupa dei mutamenti ambientali. All'Ipcc aderiscono oltre 130 Paesi e lavorano circa 2.500 scienziati.

Il documento 'Cambiamento Climatico 2007', che ha ottenuto oggi a Bruxelles l'approvazione dei principali Paesi del mondo, attesta che l'impatto sulla salute umana è uno degli effetti più importanti del cambiamento climatico in atto. Il rapporto servirà come guida per i governi di tutto il mondo, per definire la politica ambientale dei prossimi decenni e per lavorare alla riduzione dei gas serra dopo il 2012, quando scadranno i termini previsti all'interno del protocollo di Kyoto. Rispetto al precedente rapporto, pubblicato dall'Ipcc nel 2001, quello attuale è molto più allarmante e affronta il riscaldamento globale non più come una vaga minaccia per un futuro lontano, ma come un fenomeno che sta già producendo i suoi effetti. "Oggi - scrive in una nota l'Oms Europa, che ha coordinato il capitolo sulla salute del Rapporto Ipcc - sperimentiamo su scala minore quello che accadrà in futuro. Le 35 mila morti dell'ondata di calore dell'estate 2003 ne sono il primo esempio allarmante. Gli impatti futuri oggi possono essere pronosticati con un'attendibilità elevata (80%) e molto elevata (90%) e colpiranno la salute di milioni di persone in tutto il mondo con: l'aumento della malnutrizione e dei relativi rischi di malattie infettive e respiratorie, implicazioni per la crescita e lo sviluppo dei bambini. E ancora: aumento delle morti, delle malattie e degli incidenti causati da eventi climatici estremi più frequenti e intensi (alluvioni, tempeste di vento, siccità e ondate di calore); aumento delle malattie diarroiche e di altre malattie legate al cibo e all'acqua; aumento della frequenza delle malattie cardio-respiratorie causate da un'alta concentrazione di ozono sulla superficie terrestre; cambiamento della distribuzione geografica di alcune piante e vettori e delle relative malattie; diminuzione della mortalità in alcune aree dovuta alla minore esposizione al freddo".

"Le diverse zone del mondo, inclusa l'Europa, saranno colpite in modi diversi - scrive l'Oms Europa - e anche la distribuzione degli effetti sulla salute è destinata a cambiare nel tempo con il continuo aumento delle temperature".

"Di grande importanza - prosegue l'Oms Europa - saranno i fattori che influenzano l'impatto del cambiamento climatico sulla salute delle popolazioni, come ad esempio l'educazione, l'accesso alle cure, le infrastrutture di sanità pubblica e lo sviluppo economico. A lungo termine, gli effetti sanitari e socio-economici del cambiamento climatico, insieme all'aumento delle migrazioni e degli spostamenti dei popoli, graveranno soprattutto sulle generazioni future. Non c'è dubbio che il mondo ha urgente bisogno di impegnarsi a trovare una via d'uscita. Le attuali misure di mitigazione (la riduzione dell'esposizione), per contenere il fenomeno e limitare i suoi potenziali effetti nocivi sulla salute attraverso la riduzione delle emissioni dei gas serra, sono un contributo importante per rallentare i cambiamenti. Nonostante questo, un certa dose di cambiamento climatico resta inevitabile". I Paesi del mondo, secondo l'Oms Europa, hanno una sfida da affrontare: "Pianificare misure di adattamento di sanità pubblica, per aiutare i cittadini a fronteggiare le nuove minacce. Il settore sanitario ha un ruolo importante nel fornire queste misure, in maniera da anticipare e prevenire nuovi danni alla salute causati dal clima". Azioni testate e risultate efficaci sono già disponibili, assicura l'Oms Europa.

Un esempio? "Il raggiungimento e il mantenimento dei più elevati standard di controllo e sorveglianza lungo la catena alimentare e l'aumento della vigilanza locale e globale delle malattie attraverso l'implementazione del nuovo Regolamento sanitario internazionale (2005)".

Secondo l'Oms Europa, "se il settore sanitario intende influenzare la risposta della società nel suo complesso, deve lavorare con tutti gli altri settori e stabilire collaborazioni efficienti con climatologi, progettisti del territorio e urbanisti, protezione civile e servizi sociali. Lo sviluppo e l'implementazione di sistemi d'allerta precoci per gli eventi estremi come le ondate di calore, insieme a piani di emergenza efficaci, hanno già contribuito alla riduzione delle malattie nei Paesi che hanno adottato questo approccio. La raccolta e la disseminazione sistematica delle informazioni sui potenziali rischi e danni, insieme ai consigli sul modo migliore per proteggersi e la risposta medica per affrontare i cambiamenti del clima, possono contribuire alla gestione efficace dei rischi. Dopo anni di ricerca, abbiamo oggi un maggiore e più affidabile insieme di conoscenze. Questi dati devono essere utilizzati ora il più possibile per implementare misure di adattamento, specialmente a supporto delle popolazioni povere più a rischio. Identificare in anticipo i potenziali rischi e fornire risposte tempestive aiuta a prevenire morti e malattie. Per far fronte a un ambiente che cambia, l'approccio deve essere propositivo, non reattivo. E - conclude l'Oms Europa - deve essere adesso".

 


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