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PeopleCUORE: SCOMPENSO UCCIDE 270 ITALIANI AL GIORNO, ALLARME MALATI GIOVANI

10.10.05 - 15:06
CUORE: SCOMPENSO UCCIDE 270 ITALIANI AL GIORNO, ALLARME MALATI GIOVANI

Milano, 10 ott. (Adnkronos) - Centomila italiani l’anno, piu’ di 270 al giorno, muoiono di scompenso cardiaco: nella penisola la prima causa di decesso e la prima voce di spesa per ricovero in ospedale. Da Nord a Sud i connazionali malati sono circa un milione. E se il pericolo cresce con l’eta’, raggiungendo il picco massimo dopo gli 80 anni, gli esperti lanciano l’allarme giovani: sono quasi 300 mila i pazienti ‘under 60’. Sotto accusa soprattutto stili di vita e fattori a rischio di infarto: ipertensione, diabete, colesterolo alto, fumo, sovrappeso e obesita’. Per sensibilizzare i cittadini all’importanza di prevenzione e diagnosi precoce contro l’insufficienza cardiaca, i cui sintomi sono noti solo a 2 italiani su 100, si terra’ dal 21 al 27 novembre in Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna la II Settimana europea dello scompenso cardiaco, promossa da Shape (Gruppo di studio europeo sullo scompenso cardiaco) e presentata oggi a Milano.

In Italia la manifestazione e’ organizzata da Shape con Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri), Heart Care Foundation e Conacuore e coinvolgera’ 50 centri ospedalieri della Rete scompenso cardiaco Anmco, distribuiti in tutto lo Stivale e disponibili a offrire consigli, informazioni e materiale divulgativo. Domenica 27 novembre, dalle 10.00 alle 17.00, le strutture attivate apriranno le porte per un check-up gratuito. Per conoscere l’indirizzo piu’ vicino, telefonare al numero 02-48016441 (lunedi’-venerdi’, ore 9.00-13.00/14.30-18.00) o cliccare su www.scompensocardiaco-europa.com. Notizie e informazioni saranno inoltre diffuse in collaborazione con CNR Radio Fm, radio ufficiale della Settimana europea scompenso cardiaco 2005. Iniziative ad hoc coinvolgeranno infine i parlamentari italiani, ha annunciato Antonio Tomassini, presidente della XII Commissione Igiene e sanita’ del Senato.

‘’Lo scompenso cardiaco e’ molto piu’ comune dei tumori piu’ frequenti, ma e’ ancora largamente sottovalutato da autorita’ sanitarie e governi che non vi dedicano sufficienti risorse’’, ha spiegato Alessandro Boccanelli, membro italiano del direttivo Shape e direttore di Cardiologia all’ospedale San Giovanni di Roma. Dati alla mano, ‘’il 10% dei pazienti muore entro un anno dall’esordio della malattia e solo tre su 10 (25% degli uomini e 38% delle donne) sono vivi a cinque anni dalla diagnosi. Eppure nessuno ne parla. Anzi, secondo un’indagine di Shape pubblicata a settembre sull’‘European Heart Journal’ solo il 30% degli italiani ritiene lo scompenso una malattia grave e uno su tre e’ convinto che sia una normale conseguenza dell’invecchiamento’’. Invece non e’ sempre cosi’.

I dati ufficiali dicono che ‘’il numero di malati cresce esponenzialmente con l’eta’ (1% fino a 60 anni, 2% tra 60 e 70, 5% tra 70 e 80 e 10% dopo gli 80) - ha ricordato Andrea di Lenarda, coordinatore dell’Area scompenso cardiaco di Anmco - Tuttavia si stimano quasi 300 mila scompensati ‘giovani’, con meno di 60 anni’’. Con gravi conseguenze sulla qualita’ di vita: il cuore scompensato non riesce piu’ a pompare sangue, quindi ossigeno e nutrienti, agli organi vitali, col risultato che i malati faticano anche a svolgere le piu’ normali attivita’ quotidiane andando incontro a crisi respiratorie ed edemi a gambe e caviglie. Senza contare la spesa legata alle cure. ‘’In Italia i ricoveri per scompenso sono circa 200 mila l’anno - ha aggiunto di Lenarda - La malattia e’ infatti la terza causa di ricovero, e il relativo drg e’ il terzo piu’ frequente dopo cataratta e parto. Ma e’ il piu’ costoso: ogni anno oltre 520 milioni di euro (dato 2001), pari al 2% dei costi totali del Ssn per i ricoveri ospedalieri’’.

Secondo i dati del Registro Anmco sullo scompenso cardiaco, che da 10 anni ‘fotografa’ la malattia, ‘’il rischio che un paziente venga ricoverato e’ del 25%’’, ha riferito Giuseppe Di Pasquale, presidente Anmco. E ancora. ‘’Il 7% dei ricoverati muore in ospedale e quasi la meta’ (45%) dei dimessi viene ricoverato di nuovo entro sei mesi’’. Per gestire questa patologia, in crescita specie perche’ ‘’aumentando la sopravvivenza per malattie cardiovascolari come l’infarto - ha evidenziato lo specialista - aumenta anche il numero delle persone a rischio’’, gia’ oggi esistono efficaci interventi chirurgici, farmaci e dispositivi. ‘’Medicinali e presidi hanno dimostrato un ottimo rapporto costo-beneficio’’, ha puntualizzato Riccardo Buchberger, consigliere nazionale di Conacuore, ma non sempre sono a disposizione dei malati. Una lacuna da colmare con ‘’un migliore e diverso investimento delle risorse ospedaliere’’.

La battaglia cruciale, ha commentato Tomassini, va combattuta sui fronti ‘’della prevenzione (soprattutto secondaria e terziaria, con diagnosi, terapie e riabilitazione), della ricerca (creando centri di eccellenza che dettino suggerimenti ai produttori di farmaci e dispositivi) e della comunicazione corretta, per aumentare la consapevolezza dei cittadini. E’ quindi fondamentale una sinergia tra associazioni scientifiche e di pazienti, medici e politici. Come gia’ accaduto anni fa con l’infarto, attraverso appropriati investimenti in prevenzione, diagnosi e cura, lo scompenso puo’ infatti essere controllato’’.

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