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CANTONETanta tamarraggine (e un po' di cultura): ecco "Coelho"

06.02.19 - 06:01
Carnevale sta entrando nel vivo e gli Sgaffy sfoderano il loro nuovo singolo, il primo interamente scritto e prodotto da loro
Tanta tamarraggine (e un po' di cultura): ecco "Coelho"
Carnevale sta entrando nel vivo e gli Sgaffy sfoderano il loro nuovo singolo, il primo interamente scritto e prodotto da loro

LUGANO - Stiamo entrando nel vivo del periodo di Carnevale e gli Sgaffy non potevano certo restare con le mani in mano. Così è nata “Coelho”. Federico, uno dei membri della band, ci spiega di cosa si tratta.

Come siete giunti a “Coelho”?

«Arriva dopo 15 anni di carriera da party cover band e nasce dal fatto che siamo sempre alla ricerca di cose nuove. Quindi, per fare qualcosa di nuovo, abbiamo provato a registrare una canzone tutta nostra per vedere un po’ come funzionava. L’abbiamo buttata nella mischia ed è piaciuta fin da subito. Siamo contenti».

Un bel salto di qualità rispetto al passato…

«Sì, l’anno prossimo sarà la volta di un musical (ride, ndr). Vedremo: siamo sempre alla ricerca di stupidate nuove».

In che modo avete deciso quali sarebbero stati i vari “omaggi” all’interno del brano?

«Volevamo fare una canzone tamarra, però a un certo punto ci siamo guardati e abbiamo detto: “Dobbiamo mettere un po’ di cultura, sennò è troppo ignorante come canzone” (ride ancora, ndr). Già a partire dal titolo: il brano si chiama “Coelho” perché abbiamo preso spunto dal fatto che tante citazioni che vediamo sui social sono legate a questo autore. Quindi ci sembrava già qualcosa di più… Poi ci abbiamo buttato dentro citazioni legate al territorio, come Davide Van De Sfroos, e poi anche Battiato. Ci sta sempre un Battiato per dare un tono. Non c’era dietro una vera e propria strategia: era giusto per bilanciare la tamarraggine con un pò di cultura».

Come avete scelto i personaggi dei vari travestimenti?

«È stato facile: abbiamo cercato i personaggi più famosi in Ticino e abbiamo visto se esistevano i costumi. Uno ha detto “ho un cane” ed è diventato il cane di Matteo Pelli. Un altro ha detto “io ho la tuta da sci” e allora abbiamo fatto Lara Gut».

C’è stata lotta per accaparrarsi un particolare travestimento?

«Lara Gut era la meno ambita perché nessuno di noi voleva tagliarsi la barba. Alla fine abbiamo lasciato la barba e va bene così. Alcuni sono venuti completamente diversi dal vero personaggio: diciamo che abbiamo giocato sul dettaglio».

Cosa vi attende nelle prossime settimane?

«Con gli anni che passano diventiamo “anziani” e abbiamo sempre meno carnevali: l’anno scorso erano 6 o 7. Quest’anno abbiamo due date il prossimo fine settimana, a Malvaglia e a Pura, poi faremo il classico concerto della domenica (10 anni fa l’abbiamo inventato noi) al Rabadan. Abbiamo poi un altro concerto che non c’entra niente con Carnevale, ma l’abbiamo messo in calendario perché fa numero (ride, ndr)».

Avete un “rivale” per il titolo di migliore canzone di Carnevale: “Jacky Boy” di The Sunny Boys. Temete il confronto?

«Siamo felicissimi, l’abbiamo sentita ed è molto bella. Ci piace la loro musica, visto che anche noi arriviamo dal punk rock. Guarda, piuttosto che vederla come una sfida ritengo che siano due canzoni che vanno di pari passo. È un modo per valorizzare il nostro Carnevale: il fatto che ci siano due singoli dedicati al Ticino è una cosa bella».

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