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Impianto cerebrale all’avanguardia permette ad un uomo paralizzato di muovere di nuovo le braccia

STATI UNITIImpianto cerebrale all’avanguardia permette ad un uomo paralizzato di muovere di nuovo le braccia

02.09.20 - 08:00
Grazie a un chip impiantato nel cervello un uomo affetto da paralisi riesce a usare le mani e percepire gli oggetti
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Impianto cerebrale all’avanguardia permette ad un uomo paralizzato di muovere di nuovo le braccia
Grazie a un chip impiantato nel cervello un uomo affetto da paralisi riesce a usare le mani e percepire gli oggetti

Un team di ricercatori, guidati dal dottor Patrick Ganzer del Battelle Memorial Institute, in Ohio, ha messo a punto una scoperta che potrebbe rivoluzionare il futuro della fisioterapia. Come infatti descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Cell, l’equipe è riuscita a sviluppare un impianto cerebrale all’avanguardia che ha permesso a un uomo di sentire e muovere nuovamente la mano dopo che una lesione del midollo spinale lo aveva lasciato parzialmente paralizzato.
Secondo gli stessi ricercatori, è la prima volta che sia la funzione motoria che il senso del tatto vengono ripristinati utilizzando un’interfaccia cervello-computer (BCI).
Il soggetto in questione si chiama Ian Burkhart, 28 anni, rimasto vittima di una paralisi totale a gambe e braccia che gli permette di controllare correttamente solo le spalle e i gomiti. Dal 2014 Burkhart sta collaborando con gli scienziati per testare un interfaccia cervello-computer che gli consenta di muovere l’arto destro. La lesione ha disconnesso completamente i segnali elettrici che, attraverso il midollo spinale, vanno dal cervello alle sue mani.
I ricercatori hanno allora pensato bene di saltare il midollo spinale per collegare la corteccia motoria primaria di Burkhart alle sue mani attraverso un relé. Una porta nella parte posteriore del suo cranio invia i segnali a un computer e un software speciale li decodifica e li suddivide tra segnali corrispondenti rispettivamente al movimento e al tatto. Entrambi questi segnali vengono quindi inviati a un dispositivo di elettrodi posto attorno all’avambraccio di Burkhart.
«Stiamo separando i pensieri che si verificano quasi simultaneamente e sono correlati ai movimenti e al tocco sub-percettivo, che è una grande sfida», ha riferito Ganzer. Il team ha avuto modo di riscontrare alcuni primi importanti successi riguardo al movimento, che era l’obbiettivo iniziale della sperimentazione, permettendo a Burkhart di premere i pulsanti lungo il collo di un controller “Guitar Hero”.
Tuttavia, restituire il senso del tatto alla sua mano era un compito molto più arduo. L’intuizione è stata quella di riprodurre il senso mancante traducendo i segnali neurali subcettivi prodotti dalla corteccia in percezioni consce inoltrate ad aree del corpo sensibili. Utilizzando così un semplice dispositivo di vibrazione o un “sistema tattile indossabile”, Burkhart è stato in grado di capire se stava toccando un oggetto o meno senza vederlo.
«È decisamente strano», ha dichiarato Burkhart. «Non è ancora normale, ma è decisamente molto meglio che non avere alcuna informazione sensoriale che ritorni al mio corpo».

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