Cerca e trova immobili

Dal MondoREGIO INSUBRICA: La storia di Spartak

10.06.00 - 17:36
Il bimbo albanese di appena 12 anni ridotto in fin di vita dall'esplosione di una bomba anticarro abbandonata nel cortile della sua casa di Pashkopia.
REGIO INSUBRICA: La storia di Spartak
Il bimbo albanese di appena 12 anni ridotto in fin di vita dall'esplosione di una bomba anticarro abbandonata nel cortile della sua casa di Pashkopia.
CIVENNA. E’ il 27 maggio scorso quando Spartak Hoxha sta giocando nel cortile di casa assieme ai due fratellini. In quel cortile ci sono ancora i segni dei bombardamenti dell’ultimo conflitto che ha messo in ginocchio l’Albania. I tre bimbetti decidono di dar fuoco ad alcune cianfrusaglie. Il calore fa esplodere una bomba anticarro rimasta li’ da chissà quanto tempo. Una deflagrazione violenta che colpisce in pieno i tre cuccioli d'uomo. Quello che si trova piu’ lontano viene raggiunto ad un occhio da una scheggia, quello piu'vicicino viene ucciso, mentre Spartak riporta lesioni terribili. Portato immediatamente all’ospedale militare di Tirana i medici diagnosticano: lo spappolamento della gamba destra (ridotta in condizioni pietose, tanto che il bimbo viene sottoposto all’amputazione di tre quarti dell’arto inferiore) la perforazione del bulbo oculare destro, un violento trauma emorragico, commozione cerebrale, la frattura dell’osso parietale. E sono proprio i medici dell’ospedale militare di Tirana a dire chiaramente che per salvarlo bisogna trasferirlo in una struttura all’estero. Le condizioni sono disperate. La vita di Spartak è sul filo del rasoio. La voce di questa ennesima tragedia di una guerra vigliacca e assurda arriva ai volontari italiani e comaschi che da anni operano in Albania. In particolare arriva all’Associazione I.O.M. e, di rimbalzo, all’Associazione “Si Vive Una Sola Pace” di Civenna. Sono le 18.45 quando Vincenzo Lucisano, Presidente del sodalizio comasco (che da anni conta su una sede d’appoggio proprio a Tirana) avverte il suo Vice, Bob Decker. Da quel momento scatta l’affannosa ricerca di un ospedale in Italia che sia in grado di salvare Spartak. Vengono contattate le strutture sanitarie di Erba, Como, Mantova, Bergamo. Poi ieri sera il momento tanto pregato: le Autorità hanno concesso il permesso straordinario per il trasferimento del bambino e, contemporaneamente, arriva la disponibilità dell’ospedale “Meyer” di Firenze. Fine di un incubo, l’inizio di una speranza.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE