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VATICANO

Chi dopo Francesco? Ecco il Papa che vorremmo

Sono 12 i nomi che circolano in queste ore. I favoriti degli esperti (e dei bookmaker). Ma soprattutto il parere della piazza luganese.
Chi dopo Francesco? Ecco il Papa che vorremmo
Tio/ Imago
Chi dopo Francesco? Ecco il Papa che vorremmo
Sono 12 i nomi che circolano in queste ore. I favoriti degli esperti (e dei bookmaker). Ma soprattutto il parere della piazza luganese.

CITTÀ DEL VATICANO - Mentre si avvicina il giorno dei funerali di Papa Francesco, morto lunedì dell'Angelo all'età di 88 anni, da giorni ormai iniziano a circolare i nomi di colui che potrebbe essere il suo successore. La percezione dell'uomo della strada, con le sue speranze e desideri, è inevitabilmente più superficiale di quella degli esperti in materia e di chi è a conoscenza delle complesse dinamiche vaticane. Noi siamo andati in giro per Lugano a chiedere che tipo di Papa piacerebbe vedere alla guida della Chiesa. Se qualcuno proiettato nel solco della tradizione di Francesco, oppure un Papa più legato al passato.

Intanto sui media mainstream sono 12 i nomi proposti e che trovano rispondenza anche nelle valutazioni delle agenzie di scommesse. Dando retta agli aridi numeri di un gioco d'azzardo, in questo momento il cardinale accreditato delle maggiori possibilità di ascendere al Soglio pontificio è Pietro Parolin. L'attuale segretario di Stato vaticano è il favorito di un terzo di coloro che, da lunedì, hanno iniziato a scommettere sulle varie piattaforme. Il suo sarebbe un papato in continuità con quello di Francesco, almeno sulla carta. Il 25% degli scommettitori punta invece sul cardinale filippino Luis Antonio Tagle, che sarebbe anch'egli un candidato nel segno dell'allargamento della Chiesa cattolica alle cosiddette periferie del mondo.

Terzo, nella scelta degli scommettitori, è Matteo Maria Zuppi. Il presidente della Conferenza episcopale italiana è stato delegato da papa Francesco a cercare di aprire un canale di dialogo tra Russia e Ucraina. La sua missione di pace lo portò non solo a Kiev e Mosca, ma anche a Washington e Pechino. Quarto, tra le scelte di chi gioca d'azzardo, è Péter Erdö. Il nativo di Budapest è considerato il candidato di punta dello schieramento conservatore, quello che ha contrastato (nemmeno troppo silenziosamente) l'operato di Francesco.

Tra i "papabili" vengono inclusi il patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, che si è distinto per il suo ruolo di mediazione all'interno delle esplosive dinamiche che stanno dilaniando la Terrasanta. Un'altra figura che incarna le istanze conservatrici è Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa e presidente dei vescovi africani. Ci sono poi due cardinali statunitensi, che negli scorsi mesi si sono entrambi distinti per l'accesa critica ai provvedimenti dell'amministrazione Trump sulla deportazione dei migranti: sono l'arcivescovo di Newark Joseph William Tobin e quello di Chicago, Blase Joseph Cupich.

Altri nomi che vengono accreditati dai vaticanisti sono quelli del "pied noir", ovvero francese d'Algeria, Jean-Marc Aveline; quello del sucoreano Lazzaro You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il Clero; quello di Juan José Omella Omella, arcivescovo di Barcellona. Infine Anders Arborelius, che vanta almeno due particolarità: l'essere nato nel 1949 a Sorengo da genitori svedesi ed essere diventato cattolico a vent'anni, dopo un'educazione in una famiglia luterana.

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