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LIBIAMediterraneo senza Ong, nessuna nave nella zona Sar libica

01.07.18 - 14:37
Tutte le imbarcazioni che in questi mesi hanno pattugliato l'area per soccorrere eventuali naufraghi sono lontane
Keystone
Mediterraneo senza Ong, nessuna nave nella zona Sar libica
Tutte le imbarcazioni che in questi mesi hanno pattugliato l'area per soccorrere eventuali naufraghi sono lontane

TRIPOLI - Ora non c'è davvero più nessuno. Nel tratto di mare davanti alla Libia che va da Zuara a Garabulli e Homs, restano solo le motovedette della Guardia Costiera libica: tutte le navi delle Ong che in questi ultimi mesi hanno pattugliato la zona di ricerca e soccorso sono infatti lontane.

Le ultime a lasciare l'area sono state le due imbarcazioni dell'organizzazione catalana Proactiva Open Arms, la Open Arms e la Astral. La prima, che ieri ha soccorso 59 migranti, sta navigando in direzione di Barcellona, che ha concesso alla nave di approdare dopo che Malta e Italia hanno annunciato che non avrebbero consentito lo sbarco. E anche la Astral, con a bordo 4 europarlamentari, è diretta a Barcellona e attualmente sta navigando verso nord all'altezza di Lampedusa. «Sessanta persone sono vive - ha scritto su twitter il fondatore Oscar Camps - grazie ad un'equipe di volontari, alla solidarietà di migliaia di persone e nonostante gli innumerevoli ostacoli ufficiali».

Fuori dalla zona Sar anche la Aquarius, la nave di Sos Mediterranee in collaborazione con Medici Senza Frontiere approdata a Marsiglia dopo l'odissea che l'ha portata a Valencia con 630 migranti, poi di nuovo in acque Sar libiche e infine in Francia in seguito al rifiuto di Malta a consentire l'accesso al porto per rifornimento di viveri e carburante. Ma tutto questo non fermerà l'attività della nave. «Con gli stati europei che si ostinano nel far prevalere le considerazioni politiche sulle vite umane - dice la Ong - la Aquarius si prepara a riprendere il mare il più presto possibile». Probabilmente già mercoledì.

Sono invece bloccate a Malta altre tre navi umanitarie: la Seefuchs e la Sea Watch 3, delle Ong Sea Eye e Sea Watch, e la Lifeline, l'imbarcazione della Ong tedesca con a bordo oltre 200 migranti entrata a La Valletta dopo 8 giorni e oggetto di un lungo braccio di ferro europeo. Il comandante di quest'ultima, Carl Peter Reisch è indagato per aver disobbedito agli ordini della Guardia Costiera italiana e per le irregolarità della nave: non può lasciare il paese e lunedì sarà presente all'udienza preliminare in tribunale.

Unhcr: «2'500 riportati in Libia in sette giorni» -  La situazione dei migranti riportati a terra in Libia «è in drammatico aumento»: solo nell'ultima settimana, dal 21 al 28 giugno, sono state sbarcate 2'425 persone in operazioni di salvataggio e intercettazione. Con punte - è il caso del 24 giugno - fino a quasi mille in un solo giorno.

L'allarme arriva dall'ultimo rapporto settimanale dell'Alto commissariato dell'ONU per i rifugiati (Unhcr) in Libia, presente per l'assistenza e i primi soccorsi nei punti di sbarco e nei centri dove vengono poi trasferiti i migranti.

Nell'indicare in «oltre 10'000 i rifugiati e migranti salvati o intercettati» dalla Guardia costiera libica nei primi sei mesi dell'anno (al 28 giugno), il rapporto Unhcr diffuso ieri precisa che i 2'425 migranti raccolti in mare nell'arco di una settimana sono stati fatti sbarcare ad Al Khums (459), Tagiura (86) e soprattutto alla base navale di Tripoli (1'880). La soglia del migliaio è stata sfiorata proprio nella capitale libica il 24 giugno con uno sbarco da 947 persone.

Il rapporto segnala fra l'altro che l'Unhcr continua a rimodernare la «struttura di raccolta e partenza» (Gdf) di Tripoli per renderla operativa «per metà luglio" e ospitare "fino a mille persone».

 


 
 

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