Tutte le imbarcazioni che in questi mesi hanno pattugliato l'area per soccorrere eventuali naufraghi sono lontane
TRIPOLI - Ora non c'è davvero più nessuno. Nel tratto di mare davanti alla Libia che va da Zuara a Garabulli e Homs, restano solo le motovedette della Guardia Costiera libica: tutte le navi delle Ong che in questi ultimi mesi hanno pattugliato la zona di ricerca e soccorso sono infatti lontane.
Le ultime a lasciare l'area sono state le due imbarcazioni dell'organizzazione catalana Proactiva Open Arms, la Open Arms e la Astral. La prima, che ieri ha soccorso 59 migranti, sta navigando in direzione di Barcellona, che ha concesso alla nave di approdare dopo che Malta e Italia hanno annunciato che non avrebbero consentito lo sbarco. E anche la Astral, con a bordo 4 europarlamentari, è diretta a Barcellona e attualmente sta navigando verso nord all'altezza di Lampedusa. «Sessanta persone sono vive - ha scritto su twitter il fondatore Oscar Camps - grazie ad un'equipe di volontari, alla solidarietà di migliaia di persone e nonostante gli innumerevoli ostacoli ufficiali».
Fuori dalla zona Sar anche la Aquarius, la nave di Sos Mediterranee in collaborazione con Medici Senza Frontiere approdata a Marsiglia dopo l'odissea che l'ha portata a Valencia con 630 migranti, poi di nuovo in acque Sar libiche e infine in Francia in seguito al rifiuto di Malta a consentire l'accesso al porto per rifornimento di viveri e carburante. Ma tutto questo non fermerà l'attività della nave. «Con gli stati europei che si ostinano nel far prevalere le considerazioni politiche sulle vite umane - dice la Ong - la Aquarius si prepara a riprendere il mare il più presto possibile». Probabilmente già mercoledì.
Sono invece bloccate a Malta altre tre navi umanitarie: la Seefuchs e la Sea Watch 3, delle Ong Sea Eye e Sea Watch, e la Lifeline, l'imbarcazione della Ong tedesca con a bordo oltre 200 migranti entrata a La Valletta dopo 8 giorni e oggetto di un lungo braccio di ferro europeo. Il comandante di quest'ultima, Carl Peter Reisch è indagato per aver disobbedito agli ordini della Guardia Costiera italiana e per le irregolarità della nave: non può lasciare il paese e lunedì sarà presente all'udienza preliminare in tribunale.
Unhcr: «2'500 riportati in Libia in sette giorni» - La situazione dei migranti riportati a terra in Libia «è in drammatico aumento»: solo nell'ultima settimana, dal 21 al 28 giugno, sono state sbarcate 2'425 persone in operazioni di salvataggio e intercettazione. Con punte - è il caso del 24 giugno - fino a quasi mille in un solo giorno.
L'allarme arriva dall'ultimo rapporto settimanale dell'Alto commissariato dell'ONU per i rifugiati (Unhcr) in Libia, presente per l'assistenza e i primi soccorsi nei punti di sbarco e nei centri dove vengono poi trasferiti i migranti.
Nell'indicare in «oltre 10'000 i rifugiati e migranti salvati o intercettati» dalla Guardia costiera libica nei primi sei mesi dell'anno (al 28 giugno), il rapporto Unhcr diffuso ieri precisa che i 2'425 migranti raccolti in mare nell'arco di una settimana sono stati fatti sbarcare ad Al Khums (459), Tagiura (86) e soprattutto alla base navale di Tripoli (1'880). La soglia del migliaio è stata sfiorata proprio nella capitale libica il 24 giugno con uno sbarco da 947 persone.
Il rapporto segnala fra l'altro che l'Unhcr continua a rimodernare la «struttura di raccolta e partenza» (Gdf) di Tripoli per renderla operativa «per metà luglio" e ospitare "fino a mille persone».