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«I locali sono strapieni a tutte le ore, e non occorre né Pass né mascherina»

Mentre la Svizzera freme, il ticinese Luca Roselli racconta l'abbandono delle restrizioni dove è già realtà.
Keystone
«I locali sono strapieni a tutte le ore, e non occorre né Pass né mascherina»
Mentre la Svizzera freme, il ticinese Luca Roselli racconta l'abbandono delle restrizioni dove è già realtà.
In Irlanda il passaggio alla completa libertà è infatti arrivato da una decina di giorni: «È successo di colpo, pensavo fosse uno scherzo».
BELLINZONA/DUBLINO - Stop allo stare seduti. Via le restrizioni di capacità. E niente più Covid Pass. Per la Svizzera, un sogno ancora da realizzare. Ma mentre le prime ipotesi di un “liberi tutti” fanno sempre più ru...

BELLINZONA/DUBLINO - Stop allo stare seduti. Via le restrizioni di capacità. E niente più Covid Pass. Per la Svizzera, un sogno ancora da realizzare. Ma mentre le prime ipotesi di un “liberi tutti” fanno sempre più rumore e si attende l'odierna conferenza stampa del Consiglio federale, c’è un ticinese che questa nuova realtà la sta già vivendo. Sì, ma in Irlanda, dove il Freedom day è arrivato lo scorso 22 gennaio.

Niente orari, niente regole - «Ora i locali sono strapieni a tutte le ore, c’è una fila infinita davanti alle discoteche e per entrare non occorre né mascherina né Covid Pass», racconta lo studente leventinese Luca Roselli, che si trova a Dublino in Erasmus. Un ritorno all’era pre-Covid, insomma, ma con una gran dose di entusiasmo in più. Abituarsi alla libertà dopo tanti mesi di regole non è però scontato: «Al pub in cui sono stato l’altro giorno c’erano gli addetti alla sicurezza all’entrata, quindi mi è venuto automatico tirare fuori sia mascherina che certificato Covid. Ma in realtà erano presenti solo per gestire la folla».

Da un giorno con l'altro «strade inondate di gente» - Il Freedom day è arrivato come un fulmine a ciel sereno. «È successo di colpo», spiega Roselli, «l’annuncio che avrebbero aperto tutto è stato fatto il giorno prima della sua entrata in vigore». Un cambiamento radicale e inaspettato: «Tanto che ho pensato a uno scherzo quando un mio amico me l’ha scritto. Non ci credevo». Già, perché fino al 21 gennaio le misure in Irlanda erano piuttosto severe: «Era in vigore il coprifuoco degli esercizi pubblici, dovevano chiudere alle 20. Oltre a tutte le misure standard come il certificato Covid, le limitazioni di capacità e lo stare seduti». Il giorno dopo, invece, «strade, pub e bar erano inondati di gente». 

Meglio qui, meglio lì - Il confronto con la Svizzera, dove Roselli sta per tornare, è però inevitabile: «Quello che fa più ridere è che da quando sono arrivato a Dublino, ad agosto, ho sempre detto che noi avevamo più libertà, che non c’erano tutte le loro restrizioni, coprifuochi così severi e quant’altro. E ora che sto per rientrare, l’Irlanda ha da un giorno all’altro completamente rimescolato le carte».

Ancora da rispettare - In Irlanda resta in vigore la mascherina sui mezzi pubblici e il test all'entrata per tutti i passeggeri in arrivo dall'estero. La svolta, annunciata dal capo del governo della Repubblica d’Irlanda Micheál Martin, è arrivata a pochi giorni dal torneo delle Sei Nazioni di Rugby e non lontano dal St. Patrick’s day, eventi clou nella tradizione irlandese.

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