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LOCARNO

Parte il Pardo, ma la città se n'è (un po') dimenticata

Vetrine spoglie e strade "nude" per un'edizione speciale che è luogo d'incontro online, ma non trascura le sale.
TiPress
Parte il Pardo, ma la città se n'è (un po') dimenticata
Vetrine spoglie e strade "nude" per un'edizione speciale che è luogo d'incontro online, ma non trascura le sale.
Il presidente della Società commercianti: «È un anno difficile. Il Festival c'è, ma forse attorno si sono presi una pausa».
LOCARNO - «Siamo orfani di Piazza Grande» ha dichiarato la scorsa settimana il presidente del Locarno Film Festival, Marco Solari. Ma l'edizione 2020 c'è e «naviga tra il fisico e il digitale», come ha sottolineato la d...

LOCARNO - «Siamo orfani di Piazza Grande» ha dichiarato la scorsa settimana il presidente del Locarno Film Festival, Marco Solari. Ma l'edizione 2020 c'è e «naviga tra il fisico e il digitale», come ha sottolineato la direttrice artistica Lili Hinstin. Il Festival prende il via oggi, mercoledì 5 agosto, ma sembra non ricevere la consueta accoglienza dalla città di Locarno.

Facendo un giro per le strade, infatti, si notano esercizi pubblici e vetrine insolitamente “incolore”. Niente giallo e nero (se non in Piazza Grande, dove è stata allestita la mostra fotografica), neppure l'ombra del famoso “pardato”.

Che Locarno abbia abbandonato il suo tradizionale attaccamento per il Festival? «Non credo - commenta Giovanni Caroni, presidente della Società commercianti, industriali e artigiani del Locarnese (SCIA) -. È solo un anno particolare. Anche il Locarno Film Festival in sé viene vissuto in un altro modo. L'approccio è diverso. Non so perché non ci sia stato coinvolgimento, ma tutto ciò che normalmente è legato al Festival, quest'anno non c'è».

Il coronavirus sembra aver rivoluzionato tutto. E gli strascichi della crisi economica che ha causato sono ben visibili. «Non ho una risposta ufficiale sul perché i negozi non si siano "vestiti" per il Pardo. Ma forse molti si sono presi una pausa, visto che devono già gestire una situazione difficile. È giusto che il Festival ci sia, per sostenere il cinema. Ma non ci si può aspettare che tutto quello che di solito gli ruota attorno sia presente. È un anno difficile e immagino che tutti abbiano avuto un approccio diverso». 

Eppure si tratta di un'edizione speciale. “For the Future of Films” porterà sugli schermi, grandi e piccoli, 121 film. Lo farà online, con 83 screenings accessibili in tutto il mondo, e in sala, «il luogo in cui i film devono vivere», con 103 proiezioni (40 premières e 63 repliche) in due cinema di Locarno – il PalaCinema e il GranRex – e in uno di Muralto, il PalaVideo.

Caroni guarda comunque al futuro con positività: «L'anno prossimo ci sarà sicuramente un'esplosione di colori» per tutta Locarno, che sarà tappezzata per il Pardo.

Se è vero che la pandemia di coronavirus ha cambiato tutto, e mancherà l'incontro a tu per tu di amanti del cinema provenienti da tutto il mondo, il Locarno Film Festival punta anche quest'anno a «non venire meno alle aspettative del pubblico, continuando a condividere con lui racconti, sguardi e visioni dei film».

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