Lorenzo Quadri interpella il Consiglio federale chiedendo di fare luce sulla reale efficacia della misura implementata nel 2018
BERNA - Alla luce del primo monitoraggio sull’applicazione della cosiddetta preferenza indigena light della SECO - divulgato lo scorso 1° novembre -, Lorenzo Quadri ha interpellato il Consiglio federale chiedendo di «raccontarla giusta» sulla reale efficacia della misura entrata in vigore nel luglio del 2018.
«Quante delle persone annunciate agli URC nell’ambito della preferenza indigena light non sarebbero state assunte senza di essa?», chiede il consigliere nazionale leghista, invitando il governo a mettere nero su bianco «quante delle persone che sarebbero state assunte a seguito dell’obbligo di annuncio sono svizzere» e quante sono invece «straniere» - indicandone la nazionalità - o, nello specifico, «frontaliere».
La situazione in Ticino - Inevitabile quindi orientare la lente anche sulla situazione ticinese, che ha recentemente segnato un nuovo primato in termini di frontalieri impiegati sul territorio (67’900 persone). «Come si concilia l’asserita efficacia della preferenza indigena light con il fatto che, anche dopo la sua entrata in vigore, in Ticino il numero dei frontalieri ha continuato a crescere, così come pure quello dei ticinesi in assistenza, disoccupati e sottoccupati?», chiede Quadri, sottolineando un’impennata nel terziario «che è in totale contraddizione con qualsiasi tipo di preferenza indigena».
Le domande dell'interpellanza