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BERNA - Il progetto di revisione della legge sull'alcool, dossier in fase di appianamento delle divergenze tra i due rami del parlamento, è fallito. Viste le profonde divergenze tra le Camere, specie per quanto riguarda il modello di tassazione in base al rendimento difeso dal Nazionale, la Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) chiederà al plenum lo stralcio puro e semplice della normativa dall'agenda dei lavori.
Sulla scorta dei risultati di una perizia, la CET-S giudica il modello di imposizione del Nazionale anticostituzionale e incompatibile con gli accordi commerciali internazionali della Svizzera, indica una nota odierna dei Servizi parlamentari.
Poiché le divergenze tra i due rami del Parlamento si sono accentuate e il raggiungimento di un consenso appare impossibile, la CET-S propone all'unanimità lo stralcio del disegno di legge in esame. Poiché tale oggetto si trova in fase di appianamento delle divergenze, lo stralcio "è possibile soltanto su proposta congiunta delle commissioni incaricate dell'esame preliminare". L'omologa commissione del Nazionale sarà quindi chiamata a decidere se formulare alla propria Camera una proposta analoga.
La CET-S auspica tuttavia che il Consiglio federale elabori in tempi brevi un nuovo disegno di legge incentrato sui punti non controversi: liberalizzazione del mercato dell'etanolo (inclusa la privatizzazione di Alcosuisse) e la reintegrazione della Regia federale degli alcool nell'Amministrazione federale delle dogane.
Altri aspetti non meno importanti hanno diviso profondamente le Camere. Nel giugno scorso, la Camera del popolo aveva ribadito di non volerne sapere di un divieto della vendita di alcool tra le 22.00 e le 06.00. Gli Stati si sono sempre espressi per una proibizione invocando l'effetto preventivo di una simile misura.
Come già indicato, il sistema di tassazione ha creato un fossato tra la Camera del popolo - favorevole nel sostenere i piccoli produttori - e gli Stati.
Durante la sessione estiva scorsa, la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf aveva censurato una legge, a suo dire raffazzonata e opaca, che avrebbe provocato un aumento della burocrazia e della cerchia di persone a beneficio di alleggerimenti fiscali.
