Rilevando l'impresa con sede a Cheshire, nel Connecticut, Roche entrerebbe nel campo dei medicinali per la cura di malattie rare, un campo che sta attirando sempre più l'interesse dei big del settore: questo perché è possibile fissare per i prodotti prezzi di vendita elevati, con costi di sviluppo e di commercializzazione relativamente modesti.
Per Roche si tratterebbe dell'acquisizione più importante dopo quella - da 47 miliardi di dollari - per assicurarsi quattro anni fa le azioni non ancora in suo possesso della società biotecnologica americana Genentech. L'anno scorso, dopo una lunga battaglia, il gruppo elvetico aveva rinunciato a mettere le mani su Illumina, un'altra azienda Usa.
Stando agli analisti Alexion si inserirebbe bene nella strategia di Roche, ma oltre alle rose vi sono anche spine. Secondo Fabian Wenner, specialista presso la società Kepler Cheuvreux dal profilo della crescita del valore dell'impresa l'operazione non ha senso. "Con ogni probabilità gli azionisti non sarebbero contenti". Anche il collega Olav Zilian di Helvea storce il naso. "Se devo essere sincero devo dire che questa idea non mi piace: vi è il rischio che la sua realizzazione risulti troppo cara".
Come gli analisti sembrano pensarla anche gli investitori: alla borsa di Zurigo il titolo Roche è oggi fra i pochissimi in territorio negativo. Ben diverso è invece l'andamento di Alexion, che oggi a Francoforte sale di quasi il 14% dopo aver guadagnato venerdì già il 13% (a 114,26 dollari) a Wall Street.