Un'azienda di Ginevra è riuscita a commerciare 10 milioni di tonnellate di petrolio russo, raggirando le sanzioni contro Mosca.
GINEVRA / MOSCA - Una recente inchiesta di Public Eye ha permesso di gettare luce sui meccanismi che permettono alle società svizzere di aggirare le sanzioni nei confronti di Mosca e di continuare a commerciare, in segreto, il petrolio russo.
Dal dicembre del 2022, la Svizzera si impegna a vietare l'importazione via mare del petrolio russo. Le aziende svizzere sono autorizzate ad acquistare petrolio russo soltanto se lo comprano a un prezzo inferiore ai 60 dollari al barile e solo se lo rivendono a Paesi che non implementano le sanzioni nei confronti di Mosca.
Ma a differenza dei paesi dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e del Regno Unito, il Segretariato di Stato dell'economia (Seco) svizzero non monitora le aziende che devono adeguarsi alle sanzioni anti-russe. Stando a Public Eye, il fatto che l'ufficio federale «si affidi alla buona volontà del settore» rappresenta un invito ad aggirare le sanzioni con piccole modifiche organizzative.
L'inchiesta di Public Eye - Basandosi su dati esclusivi e testimonianze di persone interne ai processi di compra-vendita del petrolio russo, la nuova inchiesta di Public Eye racconta della frammentazione e della perdita di trasparenza del mercato petrolifero in Svizzera.
I giganti del settore petrolifero - Glencore, Trafigura, Vitol e Gunvor - hanno fatto affari miliardari con il Cremlino, fornendo prestiti in cambio di enormi quantità di petrolio o acquisendo partecipazioni in società o progetti di grande portata.
Dopo l'invasione dell'Ucraina e l'instaurazione del regime sanzionatorio, queste aziende hanno dovuto allontanarsi dalle società di Stato russe e optare per dei partner commerciali russi o cinesi di piccole-medie dimensioni con partecipazioni sconosciute. Questi nuovi attori (soprannominati "pop-up") operano da paesi che non implementano le sanzioni contro Mosca (spesso Dubai o Hongkong) e si sospetta che agiscano per conto o con il sostegno di multinazionali che desiderano continuare a commerciare, in segreto, il petrolio russo.
Le rivelazioni - Tra le società "pop-up" figura anche la Paramount Energy & Commodities di Ginevra, la quale avrebbe trasportato più di 10 milioni di tonnellate di petrolio russo tra marzo 2022 e febbraio 2023 dal porto di Kozmino (una piccola località marittima situata nell'estremo oriente della Russia) verso l'Asia.
In particolare, i dati di Public Eye mostrano come le grandi società petrolifere siano scomparse dalle liste degli acquirenti di Kozmino e abbiano lasciato il posto a un unico acquirente: la Paramount Energy & Commodities di Ginevra.
non vedo il problema ognuno fa i propri affari
La Svizzera non avrebbe mai dovuto aderire al delirio sanzionatorio contro la Russia, solo perchè ci è stato imposto da Washington e Bruxelles, come tante altre imposizioni, la Svizzera doveva restare neutrale, quel buono a nulla di Cassis doveva restare a casa, e non andare a Kiev a baciare i piedi al guitto Zelenschi, marionetta di Rimbam Biden e company, almeno potevamo avere un ruolo di mediazione tra i 2 contendenti per raggiungere un accordo di pace, guadagnando prestigio internazionale, invece così siamo tagliati fuori, e facciamo parte anche noi di tutta quella schiera di guerrafondai esaltati, tirandoci la zappa sui piedi.
E tu manco il diritto di parola dovresti avere
Esattamente, ben detto!
..mi riferivo al commento di Tino chiaro..
Ormai era fin troppo evidente che qualcuno bypassava le sanzioni… avevo già scritto varie volte degli affari enormi di Xi che “aiutava” il povero Put-ler, costretto a vendergli il petrolio russo a prezzi stracciati…
… che alla fine arrivava fino a noi grazie a filiere segrete tipo scatole cinesi 🤣 o matrioske russe 😂🤣😂 guarda caso…