La sociologa Denise Efionayi-Maeder: «Da noi è presente da quando esiste la Svizzera globalizzata».
BERNA - È il razzismo "patito" non più dal singolo ma dal gruppo, quello che non ha caratteristiche episodiche ma che si è fatto sistema all'interno di una società: è una pubblicazione (il nuovo numero della rivista Tangram) della Commissione federale contro il razzismo ad accendere i riflettori su una tipologia di disuguaglianza la cui caratteristica principale é di essere radicata, strutturale nell'architettura di un edificio sociale.
La ricerca di un'occupazione o di un alloggio, l'educazione e la formazione, diritto, polizia, media, politica in materia di asilo: quanti ambiti si potrebbero elencare per trovarvi infiniti meccanismi di esclusione che si mettono in movimento e che riguardano migliaia di cittadini? È un concetto «attualmente utilizzato per descrivere i meccanismi che entrano in gioco nella riproduzione delle disuguaglianze» sottolinea la commissione; un concetto che però nella vita quotidiana si trasforma rapidamente in qualcosa di palpabile: disagio, posizione di svantaggio, subordinazione, sentirsi messo da parte, non sentirsi uguali, che si tratti di lavoro o espletamento di una qualche pratica.
«Da noi, il razzismo strutturale è presente da quando esiste la Svizzera globalizzata ed economicamente connessa al resto del mondo», afferma la sociologa Denise Efionayi-Maeder. «La Svizzera ha inoltre sviluppato forme proprie di razzismo, in particolare nei confronti degli ebrei, degli jenisch, dei rom e in generale delle persone con un retroterra migratorio, relegate nel corso dei secoli soprattutto a forza lavoro».
Eppure ancora oggi «la discriminazione continua a non essere percepita come un problema sociale e quindi nemmeno come una responsabilità dei decisori politici od operativi», rileva Tarek Naguib, giurista e specialista in antidiscriminazione. «Questo radicamento delle disuguaglianze - spiega - non è finora stato sufficientemente tematizzato, motivo per cui vi è poca consapevolezza del problema».
Ma quali effetti produce il razzismo strutturale sulle persone che ne sono interessate e sulla società nel suo complesso? Se anche tu percepisci di esserne vittima partecipa al sondaggio e facci sapere come la pensi.
Già nel piccolo Ticino, in alcuni comuni, se arrivi da un comune a qualche Km di distanza sei uno straniero...
Non si capisce cosa si intende con Svizzera globalizzata ed economicamente connessa al resto del mondo. In pratica un periodo che potrebbe partire dal 1291 a oggi? Oppure gli anni '90 con la caduta del muro? Il secondo dopoguerra? Il primo? La nascita della repubblica elvetica? La nuova confederazione? Bah, già questo è poco chiaro.¶ Inoltre non mi pare venga considerato il fatto che la Svizzera è suddivisa in 4 regioni linguistiche e socioculturali, suddivise in un ulteriore moltitudine di mini regioni (città/campagna/montagna, cantoni, distretti, comuni, ...). A esser onesto non mi pare un tema affrontabile macroscopicamente a livello nazionale. Anzi, ritengo che tematiche del genere non siano agilmente affrontabili dallo stato, ma questo è un altro discorso.
E' un atteggiamento che riguarda tutti i paesi, anche nell'UE il razzismo è in aumento. Sento più commenti razzisti da stranieri che sono da noi da molti anni, alcuni naturalizzati, che da svizzeri.
Ja anche qualche esempio a supporto delle sue affermazioni (e per far capire cosa intende per razzismo) o parla tanto per avere 5 minuti di visibilità?
Il correttamente politico,la boiata del nuovo millennio.
ormai x come siamo messi se dici negr..o sei razzista se dici finocchio sei omofobo bisogna fare attenzione ad ogni parola detta.secondo mè dipende dal contesto..anno addirittura combinato il nome dei Moretti xchè potrebbe urtare i sentimenti di alcuni.. vabbè siamo apposto.
Mi sa che la birra Moretti dovrà cambiare il nome in Poretti, Pori nüm!
Bhè sì, sono termini considerati derogatori dalla maggior parte della società, ci mancherebbe non essere definiti razzisti o omofobi se si continua a volerli usare. Magari prova ad aprire un libro pagliaccio ignorante :)
Mà valà......
C'è sempre qualche sociologo del cacchio a sostenere qualsiasi teoria alla moda proveniente dagli Stati Uniti.
Non sono" teorie" alla moda, sei tu che sei rimasto indietro coi tempi hahah Non menzioniamo che dietro a queste affermazioni ci sono dati e competenza scientifica ma vabbé ;)