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BERNA

No allo scambio di dati bancari tra Cantoni

È quanto deciso oggi dal Consiglio degli Stati che ha respinto per 26 voti a 13 un'iniziativa del canton Berna.
tipress (archivio)
Fonte ats
No allo scambio di dati bancari tra Cantoni
È quanto deciso oggi dal Consiglio degli Stati che ha respinto per 26 voti a 13 un'iniziativa del canton Berna.
BERNA - No a una maggiore trasparenza fiscale in Svizzera, sull'esempio di quanto già avviene con l'estero mediante lo scambio automatico di dati bancari. È quanto deciso oggi dal Consiglio degli Stati che ha respinto per 26 voti a 13 u...

BERNA - No a una maggiore trasparenza fiscale in Svizzera, sull'esempio di quanto già avviene con l'estero mediante lo scambio automatico di dati bancari.

È quanto deciso oggi dal Consiglio degli Stati che ha respinto per 26 voti a 13 un'iniziativa del canton Berna.

La maggioranza dei Cantoni respinge lo scambio di dati finanziari, ha dichiarato a nome della commissione, Ruedi Noser (PLR/ZH). Inoltre, al momento è opportuno attendere la discussione in merito al progetto di riforma dell’imposta preventiva che il Consiglio federale sta elaborando.

Dal canto suo, Hans Stöckli (PS/BE) ha invece affermato che il governo cantonale di Berna intravvede necessità di agire. Uno scambio di dati consentirebbe l'emergere di patrimoni non dichiarati. Il segreto bancario non verrebbe soppresso, perché i dati bancari sarebbero trasmessi solo agli uffici cantonali delle contribuzioni cantonali, i quali sottostanno da parte loro al segreto fiscale.

Stando all'iniziativa, se venisse introdotto lo scambio di informazioni all'interno della Confederazione, anche i beni patrimoniali finora non dichiarati potrebbero essere sottoposti a tassazione.

A detta del Canton Berna, infatti, le amministrazioni delle contribuzioni cantonali hanno constatato un considerevole incremento di autodenunce esenti da pena in vista dell'introduzione dello scambio automatico di informazioni: solo nel 2010 erano stati annunciati quasi 10 miliardi di franchi di patrimoni in nero.

Rispondendo nel maggio scorso a un'interpellanza del consigliere nazionale Bruno Storni (PS/TI), il Consiglio federale scriveva che l'amnistia fiscale entrata in vigore nel 2010 ha fatto emergere a fine 2018 un totale di 43,7 miliardi. All'inizio il numero delle autodenunce era piuttosto basso, secondo il governo, ma col passare degli anni è nettamente aumentato quando è risultato chiaro che sarebbe stato implementato uno scambio automatico di informazioni a livello internazionale.

Per l'iniziativa, se venisse introdotto un corrispondente scambio di informazioni all'interno della Svizzera, anche i beni patrimoniali finora non dichiarati potrebbero essere sottoposti a tassazione. Per Berna, una divulgazione di tutti i patrimoni in nero risiede nell'interesse dei cittadini onesti e consente di sgravare le finanze della Confederazione e dei Cantoni.

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