
Uno scafo di lusso realizzato in collaborazione con The Italian Sea Group
Già negli anni ’60 Ferruccio Lamborghini, padre fondatore della casa di Sant’Agata Bolognese, sognò un’imbarcazione che portasse sull’acqua i valori e la velocità tipici delle “Lambo”: quell’idea portò alla realizzazione di un Riva Aquarama motorizzato, appunto, Lamborghini. Ora, nel 2020, quel sogno trova un’applicazione futuristica nella Lamborghini 63, mezzo a metà tra il motoscafo e lo yacht che la casa emiliana ha presentato in collaborazione con The Italian Sea Group, marchio storico dei cantieri navali italiani.
A chiudere il triangolo dietro la nascita della Lamborghini 63 è Tecnomar, brand appartenente a The Italian Sea Group tra i più apprezzati nella produzione di yacht di lusso. Il nome scelto per l’imbarcazione, Lamborghini 63, è un omaggio all’azienda di Sant’Agata Bolognese: il numero indica sia l’anno di fondazione della casa motoristica, sia i piedi di lunghezza dello scafo, che per caratteristiche tecniche si presenta come una vera e propria “super-boat”. Il design - con le linee nette e “aggressive - è chiaramente ispirato alle velocissime auto Lamborghini, dalla Miura alla Countach, un’ispirazione confermata anche dall’aerodinamica e dai materiali: abbonda, tra tutti, la fibra di carbonio, materiale che rende la Lamborghini 63 una barca ultra-leggera, dal peso di appena 24 tonnellate.
Ma il dettaglio della “super-boat” che rimanda immediatamente alle vetture di Sant’Agata Bolognese è di certo il posto di guida, di fatto una replica dell’abitacolo dei bolidi della casa emiliana. Il timone è in realtà un volante, il sedile è da corsa, la strumentazione touch è presa dagli interni delle Lamborghini da strada. I motori, però, non sono “Lambo”, bensì due V12 da 2.000 Cv realizzati dalla tedesca Man.