Tra autunno e inverno: il respiro eterno della montagna

Tra larici dorati e ghiacciai eterni, Saas-Fee regala l’emozione di sciare in autunno sospesi tra due stagioni
Tra larici dorati e ghiacciai eterni, Saas-Fee regala l’emozione di sciare in autunno sospesi tra due stagioni
SAAS-FEE - Ci sono momenti dell’anno in cui le stagioni si sfiorano, si guardano negli occhi e si cedono il passo con lentezza. È quello che accade a Saas-Fee in ottobre e novembre, quando il sole ancora scalda i larici infuocati e, poco più in alto, i ghiacciai già sbiancano sotto le prime nevicate. In questo equilibrio fragile e perfetto, sciare sul Mittelallalin, il ghiacciaio a 3.500 metri, diventa un’esperienza che va oltre lo sport: è un incontro con la montagna nel suo stato più puro, sospeso tra estate e inverno.
La funivia sale silenziosa dal villaggio, attraversando il bosco dorato fino a spezzare la linea degli alberi e raggiungere il regno del ghiaccio. Dall’arrivo della Metro Alpin, la funicolare sotterranea più alta del mondo, il panorama si apre su un anfiteatro grandioso: le vette del Dom (4’545 m), del Täschhorn e dell’Allalinhorn disegnano una corona perfetta, scintillante di luce. Il vento è freddo, il cielo terso. Sulla neve dura, le prime tracce del mattino sono come incisioni su marmo.
Sul ghiacciaio, la stagione non si ferma mai davvero. Anche mentre la valle si veste d’autunno, le squadre di atleti provenienti da mezzo mondo affollano le piste di allenamento, e chi viene per semplice passione può ancora gustarsi curve lunghe e silenziose, tra pochi sciatori e un orizzonte che sembra non finire. Sciare a Saas-Fee in questo periodo è un privilegio raro: la neve è di qualità sorprendente, e il contrasto con i boschi color rame che si intravedono in basso regala un colpo d’occhio indimenticabile. Ogni discesa sembra un viaggio nel tempo – dal futuro gelido del ghiacciaio al tepore dorato dell’autunno.
Il giorno dopo, ho lasciato gli sci e ho scelto un ritmo diverso. Dalla stazione a valle della cabinovia dell’Hannig parte un sentiero che si inerpica tra i larici, fino a raggiungere i 2.350 metri. È una salita che riconcilia con la montagna “a piedi nudi”, quella fatta di passi e respiro. Dal terrazzo panoramico, la vista è mozzafiato: il villaggio di Saas-Fee, racchiuso come un gioiello al centro della conca, e tutt’intorno le tredici cime oltre i quattromila che formano la “Corona di Saas”. A est, le ombre si allungano sui ghiacciai del Feegletscher; a ovest, il sole accende le cime di Weissmies e Lagginhorn. È uno di quei luoghi che invitano a restare, a guardare senza fretta. Si percepisce la potenza delle montagne ma anche la fragilità del loro equilibrio, un promemoria silenzioso di quanto la natura qui sia sovrana.
Saas-Fee, oggi conosciuta come la “Perla delle Alpi”, non è solo una stazione turistica: è una storia vivente di adattamento e visione. Fino alla metà dell’Ottocento, questo era un villaggio isolato, raggiungibile solo a piedi o a dorso di mulo. Gli abitanti vivevano di pastorizia e di emigrazione stagionale, finché alcuni pionieri dell’alpinismo britannico — affascinati dalle vette inviolate del Mischabel — non scoprirono la regione e ne fecero una delle prime mete dell’alpinismo svizzero.
L’apertura delle prime locande alpine e la fondazione, nel 1881, della Société des Guides de Saas segnarono l’inizio di una nuova era. Saas-Fee divenne presto sinonimo di ospitalità autentica e di natura incontaminata. Negli anni ’50 e ’60 arrivarono le prime funivie, ma il villaggio scelse un modello diverso da molte altre località alpine: vietò la circolazione delle auto, preservando il suo carattere intimo e silenzioso. Ancora oggi, si arriva lasciando la macchina a Saas-Grund e proseguendo con piccoli taxi elettrici: un gesto semplice che restituisce alla montagna il suo ritmo naturale. Camminando tra le viuzze lastricate, tra chalet in legno anneriti dal sole e balconi colmi di gerani tardivi, si ha l’impressione che il tempo scorra più lentamente. L’odore della legna nei camini, il suono delle campane che risuona nella valle, la luce che cambia a ogni ora: tutto contribuisce a creare quell’atmosfera raccolta e sincera che rende Saas-Fee diversa da qualsiasi altro luogo alpino.
Il ghiacciaio del Mittelallalin, accessibile anche quando altrove le stazioni chiudono, rappresenta l’anima sportiva di Saas-Fee. Ma l’esperienza va oltre lo sci: è un viaggio nei contrasti, tra l’energia della neve e la quiete dei boschi, tra la vitalità dei giovani atleti e la calma antica dei ghiacciai. In basso, i larici si accendono di giallo e arancio; in alto, la luce si riflette su superfici di ghiaccio blu. In un’unica inquadratura si può cogliere l’intero ciclo dell’anno. È proprio questa duplice natura a rendere Saas-Fee unica. In poche ore si può sciare su un ghiacciaio eterno e poi sedersi su una terrazza al sole, con il profumo dell’autunno nell’aria. La montagna, qui, non è mai monotona: è mutevole, viva, in dialogo costante con chi la attraversa.
Quando il sole tramonta dietro l’Alphubel e le ultime ombre scendono sul villaggio, Saas-Fee si illumina di piccole luci calde. Si ha la sensazione di essere nel cuore di un mondo sospeso: non più estate, non ancora inverno, ma un momento perfetto di passaggio. Un luogo dove la montagna non si limita a essere vista o percorsa — si respira.
Testo a cura di Claudio Rossetti
Contatto: newsblog@viaggirossetti.ch








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