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Libertà finanziaria e sovranità dell’intelligenza

Nel secondo giorno della quarta edizione del Plan ₿ Forum, Paolo Ardoino, CEO di Tether, ha tracciato una visione tecnologica decisamente ambiziosa: quattro layer per proteggere la libertà individuale nell'era dell'AI, con QVAC come culmine di un'architettura già operativa
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Nel secondo giorno della quarta edizione del Plan ₿ Forum, Paolo Ardoino, CEO di Tether, ha tracciato una visione tecnologica decisamente ambiziosa: quattro layer per proteggere la libertà individuale nell'era dell'AI, con QVAC come culmine di un'architettura già operativa

Scott Imbrie è paralizzato dal 1985. Un incidente gli ha tolto l'uso delle braccia, delle gambe, la capacità di muoversi autonomamente. Una storia, la sua, che è stata proposta al pubblico presente nel corso di un’attesissima Fireside Chat - nel secondo giorno del Plan ₿ Forum -, una “chiacchierata intorno al fuoco” di cui sono stati protagonisti il CEO di Tether, Paolo Ardoino, e Marcus Gerhardt, co-fondatore e CEO di BlackRock Neurotech. I due hanno mostrato un video in cui Scott, grazie a quattro microelettrodi impiantati nel cervello, controlla il cursore di un computer e compra Bitcoin usando il pensiero. Niente mouse, tastiera o comandi vocali: è il risultato di decenni di ricerca sulle interfacce cervello-computer, con impianti Blackrock Neurotech impiegati nello studio dell’Università di Chicago, in cui Tether ha investito 200 milioni di dollari nell’aprile del 2024. Non solo: rappresenta anche il punto di partenza della visione che Paolo Ardoino ha completato attraverso un secondo intervento, sempre sabato 25 ottobre, durante la conferenza Bitcoin più importante d’Europa, che è diventata, in questo caso, teatro di una rivoluzione tecnologica dai contorni ben più ampi.

Il problema: cervelli digitali, comunicazione analogica

Iniziando proprio dal dialogo con Marcus Gerhardt, il CEO di Tether ha spiegato i motivi per i quali una realtà come Tether, azienda che emette la stablecoin più utilizzata al mondo, dovrebbe investire in BCI. «Le Brain-Computer Interfaces sono una delle due o tre tecnologie più importanti per l'umanità e lo saranno per i prossimi 10-20 anni». Il motivo? Il cervello, ha spiegato Ardoino, è di per sé una “macchina digitale”, ma comunica con il mondo solo attraverso mezzi “analogici”: dita, sguardi, gesti e voce, nello specifico. «Guardate un tramonto. Nella vostra mente potete descrivere ogni singola sfumatura. Ma quando lo comunicate, dite "tramonto", una parola. O, volendo, "bellissimo tramonto rosa", tre parole. Da infiniti dettagli mentali, a tre parole». Questa compressione è il limite più grande dell'umanità di fronte all'ascesa dell'AI, che, ha sottolineato il visionario italiano, «in tre anni sarà il miglior “cervello” al mondo, e quando lo sarà potrà auto-modificarsi a un ritmo di un milione di improvements al secondo». La conclusione è netta: «C'è una probabilità altissima che questo futuro si verifichi. E se non iniziamo a pensarci oggi, quando accadrà saremo completamente fregati».

I quattro pilastri della tecnologia decentralizzata (con QVAC al centro)

Sempre nel corso della giornata di sabato 25 ottobre, il CEO di Tether ha potuto sviscerare altri punti chiave di questa visione, affrontandoli in un secondo “step”. Nel corso del panel intitolato "Fiat Lux", Ardoino, stavolta da “solista”, ha infatti dato vita ad una critica feroce contro l’attuale centralizzazione delle tecnologie. «Tutte le vostre app sono connesse a data center che non possedete. Non possedete i vostri propri dati, la vostra intelligenza, i vostri pensieri più privati». Il dato è impietoso: «Il 70% di internet oggi è concentrato nelle mani di tre aziende: Google, Amazon e Microsoft». La risposta di Tether a queste criticità? Uno stack tecnologico articolato in quattro layer, tutti già operativi: Holepunch (programmazione e connettività peer-to-peer), che permette di costruire qualsiasi applicazione senza data center; Pear, un runtime universale che fa girare questo codice su qualsiasi dispositivo; WDK (Wallet Development Kit), il layer finanziario self-custodial, lanciato la settimana precedente, compatibile con Bitcoin, Lightning e tutti i blockchain su cui girano USDT e Tether Gold.

E infine QVAC, ufficializzato il giorno prima del panel. «È la cosa più complessa che potessimo realizzare», ha detto Ardoino. «Volevamo dimostrare che tutte le bugie sulla necessità di centralizzare la tecnologia possono essere facilmente smantellate». QVAC è una piattaforma di intelligenza artificiale che funziona interamente in locale: gira su smartphone, laptop, dispositivi embedded e anche interfacce cervello-computer; non richiede data center e quindi l’intelligenza e i dati restano sul dispositivo, privati e sotto il controllo dell’utente. L’open-sourcing è stato annunciato per fine anno/inizio gennaio. In parallelo Tether ha reso pubblico QVAC Genesis I - presentato come il più grande dataset sintetico al mondo per addestrare modelli AI STEM - e ha lanciato QVAC Workbench, un’app di Local AI per Android e iOS. Il messaggio chiaro: l’intelligenza artificiale non deve essere monopolio di pochi.

La risposta a uno scenario preoccupante

Ardoino ha inquadrato il suo articolato ragionamento all’interno di uno scenario dettagliato: «Nei prossimi 20 anni ci saranno sul pianeta 8-10 miliardi di esseri umani, potenzialmente 8-10 miliardi di robot, con intelligenze artificiali molto potenti, e probabilmente trilioni di AI agent». Come potrà tutto questo ecosistema essere connesso a pochi data center? «Un robot che aiuta vostro figlio a Lugano, connesso a un data center a New York, ha 200 millisecondi di latenza solo per via della velocità della luce. E 200 millisecondi sono un'eternità, se devi prevenire qualcosa che può andare storto. Volete davvero che 10 miliardi di robot dipendano da quella latenza? E, anche se funzionasse, volete che siano tutti controllati da una big tech che può decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato?» L'analogia finale è tagliente: «Negli anni '80, i miei insegnanti mi dicevano di non usare mai la calcolatrice. Oggi la gente ne ha bisogno anche per somme semplicissime. Una semplice calcolatrice Casio ha atrofizzato la nostra capacità di calcolo. Immaginate cosa farà un assistente AI alla nostra capacità di pensare: l'impatto sarà un miliardo di volte più forte».

La soluzione P2P proposta, insomma, è filosoficamente coerente con Bitcoin: da «Not your keys, not your coins» a «Not your AI, not your intelligence».


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.

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