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AlimenTIamoci correttamenteInfarto del miocardio

12.12.22 - 08:00
L'infarto acuto del miocardio, si verifica quando il flusso di sangue diretto al cuore si interrompe improvvisamente.
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Infarto del miocardio
L'infarto acuto del miocardio, si verifica quando il flusso di sangue diretto al cuore si interrompe improvvisamente.

Quali sono i sintomi dell’infarto?

Generalmente i disturbi causati dall’infarto sono:

    • dolore al petto, percepito come sensazione di oppressione o pesantezza al torace, che può irradiarsi alla mandibola, al collo, alle braccia (soprattutto il braccio sinistro), alla schiena e all’addome;
    • respiro corto o affannoso;
    • sensazione di debolezza, capogiro e vertigini;
    • aumento della sudorazione;
    • sensazione opprimente di ansia con attacchi di panico;
    • sensazione di nausea e vomito;
    • tosse o dispnea.

Molti pazienti avvertono molto intensamente il dolore al petto, ma in alcuni casi può essere anche lieve e facilmente scambiabile con una sensazione di indigestione.

Nel caso si manifestino più sintomi allora è più facile capire se si tratta di infarto o di altro.

In una fase iniziale, in cui si hanno dei sospetti, è opportuno avvertire tempestivamente l’ambulanza, stare a riposo evitando sforzi cardiaci e se indicato dal medico assumere l’aspirina che va a fluidificare il sangue, evitando quindi la formazione di ingorghi nelle arterie.

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Quali sono le cause dell’infarto?

L’infarto del miocardio è causato da un’interruzione improvvisa del flusso di sangue che porta al cuore. Il cuore ha bisogno costantemente di sangue ricco di ossigeno e se il flusso si riduce o si blocca, si possono causare danni di diversa entità.

Nella maggior parte dei casi la causa dell’infarto è una occlusione parziale o totale dell’arteria coronaria, causata da depositi di lipidi (trigliceridi) e colesterolo (LDL).

L’infarto del miocardio, come la maggior parte delle patologie cardiovascolari, dipende da più fattori di rischio, che spesso sono legati tra di loro e causati da uno stile di vita scorretto.

Questi fattori di rischio sono:

    • il fumo, che provoca tachicardia e facilita la formazione di coaguli;
    • Il diabete e alti livelli di glicemia nel sangue che danneggiano le arterie;
    • L’ipercolesterolemia, che provoca depositi di lipidi nelle arterie;
    • La pressione arteriosa alta, in particolare la minima, che indebolisce le pareti delle arterie coronarie;
    • il sovrappeso o l’obesità, in quanto collegate spesso ad una condizione di ipercolesterolemia, di pressione elevata e di diabete di tipo 2;
    • la sedentarietà e la mancanza di esercizio fisico che favoriscono altri fattori di rischio come il sovrappeso, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il diabete;
    • l’alimentazione ricca di grassi saturi, zuccheri e sale che causano la formazione di placche all’interno delle arterie;
    • l’alcol, che causa ipertensione e ipercolesterolemia;
    • l’età e il sesso, infatti le donne fino alla menopausa si ammalano meno frequentemente degli uomini grazie a una protezione ormonale e un minor consumo di alcol.
    • L’ereditarietà sia a livello genetico che per uno stile di vita familiare sbagliato;
    • L’inquinamento dell’aria, infatti nelle città la probabilità di incorrere in un infarto è maggiore.

Inoltre i soggetti che fanno uso di sostanze stupefacenti, hanno un rischio maggiore d’infarto, perché si assottigliano le pareti delle arterie coronarie.

Anche una riduzione della quantità di ossigeno che arriva al cuore è un fattore di rischio e questo può essere causato da una riduzione della funzionalità dei polmoni, da un’anemia o da un avvelenamento da monossido di carbonio.

 

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Diagnosi e prevenzione

Un paziente che avverte i primi sintomi e si rivolge all’ospedale, viene sottoposto a: 

    • elettrocardiogramma (ECG), perché aiuta a confermare la presenza di un infarto e a determinare il tipo di lesione consentendo di scegliere la cura più efficace.
    • Le analisi del sangue.
    • La radiografia del torace.
    • L’ecocardiogramma, per identificare quali parti del cuore sono state eventualmente danneggiate.
    • L’angiografia coronarica, per determinare se vi sia un’interruzione o riduzione del flusso sanguigno e identificarne l’esatta posizione.

 

Come fare prevenzione?

La prima arma di prevenzione dell’infarto consiste nell’adottare uno stile di vita sano, attraverso:

    • un’alimentazione corretta e bilanciata;
    • l’abolizione del fumo;
    • il controllo giornaliero della pressione arteriosa;
    • l’esercizio fisico.
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L’alimentazione

L’alimentazione svolge un ruolo chiave per la prevenzione e l’obiettivo è quello di ridurre le infiammazioni nell’organismo. Si consiglia di ridurre il consumo di:

    • Grassi saturi
    • Zuccheri
    • Latte, latticini e formaggi
    • Alcol

Tutti questi alimenti contribuiscono ad aumentare i livelli di trigliceridi e colesterolo LDL nel sangue e quindi aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

L’alcool in particolare non contenendo alcuna vitamina e nutriente, fa solo aumentare la pressione e il peso.

È importante invece adottare una dieta ricca di: verdura, cereali integrali (prediligendo quelli senza glutine), legumi, pesce, uova, carne ad esclusione della carne di maiale, semi oleosi e grassi insaturi come l’olio extra vergine d’oliva.

 

I lipidi nel sangue

Abbiamo visto che il colesterolo e i trigliceridi sono la principale causa di un occlusione parziale o totale delle arterie è quindi importante effettuare degli esami del sangue regolarmente.

Il colesterolo LDL, che è composto principalmente da grasso e una piccola quantità di proteine dovrà avere valori inferiori a 200 mg/dl.

Il colesterolo HDL, che è composto da proteine e una piccola quantità di grasso, invece, dovrà avere valori superiori a 40 mg/dl.

Un altro dato molto importante è il rapporto tra trigliceridi e colesterolo HDL che non dovrà essere superiore a 2. In particolare se si hanno valori compresi tra 4 e 6 o superiori a 6 il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari è più elevato.

 

Tempi di ripresa

Se una persona ha avuto un infarto i tempi di ripresa dipendono dai danni causati al cuore e in alcuni casi bastano poche settimane, mentre in altri possono richiedere diversi mesi per guarire.

 

La mortalità

L’infarto ha un tasso di mortalità molto elevato infatti una persona su tre muore prima di arrivare in ospedale.

Il tasso di mortalità però si riduce se si riducono i fattori di rischio e quindi con un’opportuna prevenzione fin dalla giovane età.

 

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