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CANTONEOltreconfine o discount, un ticinese su due risparmia sulla spesa

09.01.18 - 06:02
Il 47% ammette di andare in Italia, il 49% di rinunciare ai prodotti di marca. Off limits per il 68,7% l'abbigliamento. In netto aumento anche chi abdica ai propri hobby, 36,2%
Oltreconfine o discount, un ticinese su due risparmia sulla spesa
Il 47% ammette di andare in Italia, il 49% di rinunciare ai prodotti di marca. Off limits per il 68,7% l'abbigliamento. In netto aumento anche chi abdica ai propri hobby, 36,2%

LUGANO - Meglio rinunciare al cibo che all'auto. A un vestito nuovo, all'hobby di una vita. Il Ticino che non ce la fa più sta attento a far la spesa; si fa bastare i maglioni vecchi e il cappotto fuori moda; abdica a un pomeriggio sugli sci, alle lezioni di piano. Così, compatto nella maniera di affrontarle, prova ad aggirare ristrettezze economiche che sembrano non regredire, anzi minacciano di crescere nelle aspettative. E fanno a pezzi la Svizzera, divisa una volta di più secondo i confini cantonali e le regioni linguistiche.

2018: per il 63% non cambierà nulla, per il 16% sarà anche più dura - Svizzera italiana la più scoraggiata e pessimista, secondo quel che racconta di se stessa nei sondaggi di comparis.ch: dove solo una persona su cinque ha ancora un barlume di speranza. Gli altri restano convinti che può solo peggiorare; al massimo, essere dura quanto già lo è stata negli scorsi mesi. Le prospettive di cambiamento sono per la maggioranza un'illusione pia: il 63,4% dei ticinesi, +11% rispetto al resto della Svizzera, è pronto a scommettere che arrivare a fine mese sarà difficile, almeno come nel 2017. Un abbondante 16% pensa addirittura che lo sarà di più.

Il sorpasso dei prodotti "no brand" - Non resta dunque che provare a barcamenarsi, sfoggiando senza orgoglio attitudini che marcano differenze nette con il resto del Paese. Ovunque il risparmio sullo shopping alimentare è una voce importante, ma mai nella misura che caratterizza il Ticino, svela in esclusiva a tio.ch/20minuti Dominik Weber di Comparis. Qui ormai uno su due (47,4%) ammette di comprarsi la carne, la frutta e la verdura oltreconfine, dove è risaputo costa meno. Ma si affermano con prepotenza anche i discount, su cui ha ripiegato quasi il 50% della gente. Il sorpasso è compiuto, ormai è prima scelta: ciò che una volta era una mezza vergogna, oggi è una risorsa e una necessità.

Questo lo compro qui, quest'altro là - Altro stratagemma per alleggerire lo scontrino del cibo, il confronto: che si è fatto molto più determinante e attento, rispetto al passato. Ogni settimana si spulciano con cura i volantini e le newsletter delle offerte, alla ricerca del punto vendita che offra il prodotto desiderato al prezzo inferiore. Non c'è più una spesa sola in un solo posto di fiducia: pur di accaparrarsi le promozioni migliori, si è disposti a far la spola da un posto all'altro, il sabato pomeriggio o nei giorni liberi.

Al 16% non basta un lavoro solo - Alla fine, però, gli spiccioli così recuperati restano modesti. Ecco dunque che cresce la percentuale di chi è in cerca di un secondo lavoro, salita al 16,5%, e di chi non si fa più remore a domandare denaro in prestito o ad accettare un credito, 6,4%. L'auto, però, non si tocca. Simbolo di status sociale, è una piccola bugia con cui far credere al mondo di non essere ancora nei guai: sarà anche che spostarsi con i mezzi pubblici è meno scontato che in quel di Zurigo, fatto sta che solo il 12,7% si dichiara disposto a rinunciare in qualche modo alla macchina, a fronte di un 15,2% elvetico.

Si rinuncia alle vacanze, non all'auto - Piuttosto, ci si tiene alla larga dall'abbigliamento. Vestiti e accessori sono in assoluto in testa alla classifica delle rinunce del ticinese medio, con un impressionante 68,7% che significa un +12% rispetto alla media nazionale. Penalizzate anche la cultura, che non è solo quella dei musei ma anche dei cinema, dei concerti e degli appuntamenti sportivi, 59% (+3%). Un buon 42,8% salta le vacanze mentre un altro stacco importante, rispetto al resto della Svizzera, lo segnano gli hobby, accantonati come cosa in fondo superflua nel 36,2% dei casi invece che nel 24,2%.

Consoliamoci con un bicchiere al bar - E nell'eventualità in cui qualche soldino si riuscisse a metterlo da parte, che si fa? Il Ticino ha imparato a cogliere l'attimo, a godersi subito quello che può, invece di mettere via e vivere nell'attesa che stenta a venire. È diventato più edonista, esce più spesso: "investe" in ristoranti e sere al bar nel 28,4% delle occasioni; 17,7% la media elvetica.  

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COMMENTI
 

Pepperos 6 anni fa su tio
Che articolo discount.
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