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AUSTRALIAPell insiste: «Ero all'oscuro»

03.03.16 - 07:23
Il cardinale, accusato di aver coperto svariati casi di pedofilia nella sua diocesi, ha deposto per la quarta e ultima notte
Pell insiste: «Ero all'oscuro»
Il cardinale, accusato di aver coperto svariati casi di pedofilia nella sua diocesi, ha deposto per la quarta e ultima notte

SYDNEY - Quarta e ultima notte di deposizione in videoconferenza da Roma, davanti a una commissione d'inchiesta australiana sullo scandalo della pedofilia, del cardinale George Pell, già arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney e ora prefetto degli Affari economici del Vaticano. L'udienza è stata estesa da quattro a sei ore (dalle 7.00 alle 13.00 di giovedì in Australia, dalle 21.00 alle 3.00 a Roma).

Ha condotto l'interrogatorio con puntigliosità e con il corredo di massiccia documentazione la legale Gail Furness, della Commissione d'inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali a minori negli anni 1970 e 1980, in seduta a Ballarat. E Pell ha sostenuto ripetutamente di essere stato tenuto all'oscuro dei numerosissimi casi di pedofilia di preti e di fratelli delle scuole cristiane nella diocesi di Ballarat, dove è stato viceparroco tra il 1973 e il 1983 e quindi consultore del vescovo Ronald Mulkearns, e in quella di Melbourne di cui era vescovo ausiliario.

Pell ha accusato non solo Mulkearns, che ordinò il trasferimento da una parrocchia all'altra del notorio prete pedofilo Gerald Ridsdale (ora in carcere per scontare 138 reati ai danni di 53 vittime), ma anche il Catholic Education Office e arcivescovo di Melbourne Frank Little, di averlo ingannato e di aver coperto e insabbiato le denunce delle vittime e dei loro familiari. Spiegazioni respinte come "non plausibili" da Furness.

Nell'udienza di oggi, dopo il dettagliato interrogatorio della Furness, con frequenti interventi dello stesso presidente della Commissione giudice, Peter McClellan, oggi è il turno dei legali delle vittime, 14 delle quali sono a Roma grazie a una generosa raccolta di fondi in patria e assistono in prima fila alle udienze nell'Hotel Quirinale.

Pell ha accettato di incontrare il gruppo dopo la fine delle udienze. Ma i "sopravvissuti" agli abusi sessuali del clero hanno dichiarato di aver perduto del tutto la fiducia in lui e chiedono di essere ricevuti direttamene da papa Francesco. Al Papa chiederanno che dia vita a "sistemi" per prevenire gli abusi a minori in futuro. «George Pell continua difendere il modello corrente della Chiesa, un modello che si è dimostrato un fallimento nel proteggere i bambini dagli abusi sessuali del clero», ha detto un loro portavoce, Philip Nagle. «Ci ha voltato le spalle. Siamo stanchi di sentire quello che dice», ha aggiunto.

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