L'accordo fiscale tra Svizzera e Germania, preso da modello anche dall'Italia, secondo alcuni esperti fiscali tedeschi rafforzerebbe il ruolo di paradiso fiscale svizzero in Europa
BERLINO - Protranno brindare gli evasori tedeschi grazie all'accordo fiscale elvetico-tedesco . E' questa, in sintesi, l'opinione che emerge tra gli esperti di fisco in Germania.
Mercoledì scorso, alla trasmissione plus-minus del primo canale pubblico tedesco ARD, è andato in onda un servizio che ripropone lo spinoso tema di un accordo che in Germania divide gli animi.
Tra gli evasori tedeschi regna una certa apprensione. Secondo plusminus, da quando le autorità hanno deciso di acquistare cd rom contenenti dati di evasori tedeschi e la firma tra i due governi è cosa fatta, sono molti gli evasori che cercano di riportare in Patria i propri averi. Anche i controlli alle frontiere si stanno intensificando. Nel 2011 sono stati 2295 i sequestri di valuta alle frontiere tra i due Stati. Un record.
I tedeschi che hanno un conto in Svizzera, tuttavia, hanno poco o nulla da temere. L'offerta del governo federale tedesco fatta agli evasori tedeschi è molto generosa. "Chi ha nascosto soldi in Svizzera - è stato riferito a plusminus - li potrà legalizzare a un prezzo molto vantaggioso, in modo anonimo e senza conseguenze penali". Un accordo che prevede un'imposta liberatoria che va dal 21 al 41%.
Il parere del professore - E' il professor Frank Echtner, della Libera Università di Berlino ed esperto in materia fiscale, a spiegare perché quello firmato tra i due stati, è un regalo agli evasori tedeschi. Il professore ha dimostrato che, dopo essere riuscito a districarsi in formule di calcolo complicatissime, in verità quasi nessuno degli evasori pagherà oltre il 33 per cento di tassa liberatoria. Plus-minus fa l'esempio concreto: chi, nel 2002, è riuscito a portare in Svizzera 100mila euro non dichiarati, pagherebbe, al netto, soltanto la metà delle tasse rispetto a quelle che deve versare un contribuente onesto.
Giustizia fiscale "à la Schäuble - Il contribuente onesto pagherebbe 61.400 euro, 34.200 in più rispetto a colui che non ha dichiarato i propri redditi al fisco tedesco. Plusminus l'ha chiamata "giustizia fiscale à la Schäuble", riferendosi al ministro delle finanze tedesco che ha firmato l'accordo con la Svizzera. Secondo Frank Hechtner, questo accordo non rappresenta altro che una sorta di amnistia che non considera gli aspetti della giustizia ed etici, che, invece, dovrebbero essere presi in considerazione.
L'anonimato - A destare un certo scalpore in Germania è il fatto che le tasse prelevate dai correntisti tedeschi, che giungono da banche e istituti finanziari svizzeri, arrivino sotto forma anonima. Ma non solo. Al nord del Reno ci si interroga anche sul fatto che l'accordo fiscale tra i due stati riguarda soltanto le persone fisiche, mentre sono escluse persone giuridiche e fondazioni.
L'esperto fiscale - Markus Meinzer rappresenta "tax justice network", associazione internazionale costituita da tecnici che operano a favore della giustizia fiscale. Secondo Meinzer, l'accordo non è accettabile per due motivi: premia gli evasori e offre molte scappatoie. Un accordo che, inoltre, non impedirebbe l'evasione fiscale neppure in futuro. Soprattutto l'evasione di coloro che dispongono di ingenti patrimoni continuerebbe ad essere la normalità, in quanto per queste persone sarà più facile dirottare i loro averi in fondazioni (come per esempio quelle del Liechtenstein) che non dovranno sottostare agli accordi elvetico-tedeschi. Meinzer, inoltre, aggiunge che quei tedeschi, persone fisiche, che hanno un conto in Svizzera, hanno tempo fino al primo gennaio del 2013 per dirottare i fondi dal proprio conto corrente verso conti intestati a persone giuridiche o a fondazioni, proprio per evitare che i propri denari siano riconducibili al titolare del conto.
L'ex manager del "fisco creativo" - A plusminus all'intervento è stato chiamato anche Rudolf Elmer, ex manager bancario e specialista in quello che è chiamato "fisco creativo". Secondo lui l'intero accordo è semplicemente una "farsa". Elmer dice che il governo tedesco, di facciata, vuole dimostrare al popolo il suo impegno nella lotta ai fondi neri, ma con l'accordo tra Germania e Svizzera, di fatto, aumenterà l'evasione fiscale.
L'accordo non vale per fondazioni e persone giuridiche - Elmer ha aggiunto che, attraverso la verifica fiscale limitata soltanto alle persone fisiche, i grandi capitali verranno risparmiati dall'accordo. Grandi capitali che, di fatto, sono già da tempo nascosti in società irraggiungibili al fisco tedesco. Questa situazione è data dal fatto che fino a quando ci sarà il segreto bancario, questi fondi resteranno inviolati. Elmer paragona questa situazione a un pollaio: con l'accordo è come se si mettesse a capo del pollaio una volpe alla quale viene dato il compito di assicurare che le uova vengano consegnate al contadino.
Con Rubik Unione Europea divisa e indebolita - Un altro aspetto di questo accordo riguarda l'Unione Europea e la sua forza. Con Rubik l'Unione Europea viene indebolita e a trarne vantaggi è soltanto la Svizzera. Questo perché il governo tedesco, firmando questo accordo, ha indebolito la posizione dell'Unione europea, che spingeva per l'introduzione dello scambio automatico dei dati, come hanno preteso gli Stati Uniti.
Markus Meinzer ritiene che la minaccia dell'introduzione di uno scambio automatico dei dati a livello europeo abbia spinto la Svizzera a lanciare questo tipo di accordo fiscale per dividere e quindi indebolire l'Unione europea nella lotta contro l'evasione.
Chi ci guadagna? La Svizzera - La Svizzera, quindi, ne esce vittoriosa. La Confederazione, grazie all'accordo, riuscirà a mantenere e rafforzare il suo ruolo di paradiso fiscale nel cuore dell'Europa. Poco importa se il governo tedesco è contrario al divieto di acquisto di cd rom contenenti i dati di evasori fiscali. E' un rischio che molti evasori correranno volentieri.
p.d'a.