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EUROPALa BCE taglia le stime sull'inflazione, addio ai "rischi ribasso"  

07.06.17 - 19:55
La BCE taglia le stime sull'inflazione, addio ai "rischi ribasso"  

FRANCOFORTE - Sull'inflazione ancora non ci siamo. L'andamento dei prezzi nell'Eurozona - a cui la BCE domani dovrebbe dare una sforbiciata - non è minimamente sufficiente, agli occhi della BCE, per dirsi al sicuro e mettere mano al quantitative easing (Qe) e alla politica dei tassi negativi.

Secondo l'agenzia Bloomberg, che anticipa la bozza delle previsioni economiche di Francoforte, l'inflazione dovrebbe attestarsi attorno all'1,5% sia nel 2017 che nel 2018 e 2019, contro stime precedenti che davano rispettivamente 1,7%, 1,6% e 1,7%.

Una revisione al ribasso che contrasta con il miglioramento delle stime di crescita - si parla di uno 0,1% in più - e che si deve all'andamento deludente dei prezzi energetici: nella sola giornata di oggi il petrolio è arrivato a perdere oltre il 4% a 46 dollari a New York, appesantito dalla produzione americana e facendo spallucce ai nuovi tagli cui lavora l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio OPEC con altri grandi produttori.

Il presidente della banca europea Mario Draghi, che domani parlerà da Tallinn, in Estonia, dove si svolge il consiglio direttivo della BCE in trasferta, i dati corroborano la posizione tenuta fin qui. Le pressioni si intensificano per mettere mano al tasso sui depositi bancari (-0,40%) con qualche membro del comitato esecutivo della BCE che ipotizza di farlo prima di ritirare gradualmente il 'Qe'. Invece Draghi ribadirà che la "sequenza" prestabilita - prima concludere il Qe, poi mettere mano ai tassi, rimane valida. Sulla tempistica si affaccia una stima dell'Osce, non troppo difforme da quelle degli economisti privati: riduzione graduale del Qe (cioè gli acquisti di titoli) nel corso del 2018, poi alla fine di quell'anno intervento sui tassi.

Draghi non nasconderà l'estrema cautela dell'Eurotower. Probabilmente concederà, di fronte a una ripresa che procede ai massimi di un decennio nell'Eurozona, che i rischi sono ora "bilanciati" e non più "orientati al ribasso". Ma non andrà oltre: non toccherà, in particolare, la formula secondo cui il Qe potrebbe di nuovo aumentare dopo essere stato ridotto ad un ritmo di 60 miliardi al mese. Né la promessa a tagliare i tassi qualora dovesse essere necessario.

E' una sorta di garanzia ai mercati che la BCE rimane molto vigile, e allontana la riduzione graduale degli acquisti ad almeno i primi del 2018, con un annuncio che potrebbe arrivare fra settembre e dicembre. Una garanzia che dà una mano anche all'Italia, che fra fibrillazioni elettorali e crisi bancaria si ritrova con lo spread sopra i 200 punti base.

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