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ITALIAC'è sempre General Motors nel mirino di FCA

08.11.15 - 21:54
L'ad Sergio Marchionne: "Non eslcudo nulla"
C'è sempre General Motors nel mirino di FCA
L'ad Sergio Marchionne: "Non eslcudo nulla"

ROMA - C'è sempre General Motors sull'orizzonte di Fiat Chrysler Automobiles, anche se niente è stato deciso per un'eventuale aggregazione sull'asse Torino-Detroit. Oggi l'ad Sergio Marchionne, al Mugello per le finali Ferrari, dice di "non escludere niente" sul dossier Gm.

Marchionne, parlando a margine degli eventi dedicati ai clienti sportivi del Cavallino, ammette che "Gm è quella che dà più opportunità tra tutte quelle che ci sono e a cui guardiamo", segnalato un contesto - quello dalla produzione automobilistica mondiale - in continuo cambiamento, con riflessi forti sulle politiche dei gruppi. Tuttavia su Gm "decisioni e tempistica sono tutte da decidere", "non escludo nulla". "Non esclude neanche operazioni ostili?", gli viene chiesto. Marchionne proseguendo un ragionamento a 360 gradi, ripete: "Non escludo niente".

Nella stessa conversazione Marchionne segnala due aspetti su un eventuale progetto Fca-Gm. Uno - e lo dice scherzando - è il fatto che il ceo di Gm, Mary Barra non accetta da lui neppure inviti di cortesia, neanche per un caffè. "L'ho invitata a cena ma non ci è mai venuta, non è venuta neanche a prendere un caffè con me", ha celiato coi giornalisti, Sergio Marchionne su possibili contatti.

Poi, riprendendo un discorso più generale ha detto: "Si può fare tutto nel mondo ma in Fca abbiamo un piano chiaro e dettagliato fino al 2018. Andarsi a creare un nuovo impegno richiede mesi di lavoro. È tutto da valutare, nel tempo. Ogni anno di ritardo costa al sistema (dell'automotive, ndr) 2 miliardi". E comunque, alla domanda se sarà deciso qualcosa con Gm entro il 2018, ha risposto: "Se succede dopo, lo farà qualcun altro". A questo punto a chi insisteva se avesse lasciato Fca nel 2018, ha risposto ancora: "Sono convinto perché sono stanco".

Su eventuali dismissioni del gruppo Volkswagen, dice Marchionne: "Dipende da cosa vendono. Certo io come Fca la Ducati non l'avrei mai comprata, e certo non ho nessun interesse per una squadra di calcio". Secondo Marchionne la crisi della Volkswagen "non credo che modifichi niente. Dal punto di vista industriale la crisi ripropone l'esigenza di condividere le scelte in modo aggregato per evitare che si creino pressioni eccessive sulle aziende".

Comunque "il loro problema non è sulla misura ma sulla cultura" e "non ha niente a che fare con il diesel", ha detto criticando le decisioni prese a livello centrale nel gruppo tedesco. "Io non avrei fatto così, come hanno fatto loro, cioè cercare di gestire un'azienda globale con la centralizzazione delle decisioni". "Noi in Fca abbiamo una gestione più distribuita. È vero, la mia ingerenza c'è, viaggio in continuazione. Ma sarebbe una cavolata bestiale pensare di centralizzare tutto su Torino o Detroit".

Sulla produzione industriale di Fca, Marchionne ha annunciato un rialzo, il prossimo gennaio, del target Jeep, che era fissato a 1,9 mln di veicoli al 2018 ma che verosimilmente aumenterà oltre i 2 mln grazie all'apertura di due stabilimenti in Cina. Cina, che con i suoi ultimi cambiamenti, influenza tutto il mercato globale automotive, quindi anche quello di Alfa Romeo. Marchionne ha confermato slittamenti nella produzione. Questione solo di mesi: "Le auto esportate in Cina potrebbero avere difficoltà e questo vale anche per l'Alfa Romeo - ha spiegato -. Dobbiamo riallineare la produzione, c'è uno slittamento di alcuni mesi" perché "quanto avviene in Cina sta cambiando le dinamiche dei mercati dell'auto in tutto il mondo".

ats ansa

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