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CORRISPONDENZE ESTEROI mille volti di un Mondiale contraddittorio

23.05.14 - 13:44
Hanno il calcio nel DNA. A Rio de Janeiro ogni ogni 500 persone vengono uccise. Rapine, saccheggi e omicidi sono all'ordine del giorno. Ecco come il Brasile si prepara all'appuntamento più atteso
Foto Alexander Steimle
I mille volti di un Mondiale contraddittorio
Hanno il calcio nel DNA. A Rio de Janeiro ogni ogni 500 persone vengono uccise. Rapine, saccheggi e omicidi sono all'ordine del giorno. Ecco come il Brasile si prepara all'appuntamento più atteso

RIO DE JANEIRO – A poco meno di un mese dal debutto, c’e grande apprensione per il momento che il Paese sta attraversando, ma anche grande euforia per un Mondiale che torna nella patria dei penta campeões dopo 64 anni. Per capire i motivi di una crescente crisi, bisogna tornare indietro nel tempo, quando 7 anni fa, data in cui il Brasile fu eletto sede ospitante di questa Coppa, il PIL nazionale cresceva tra il 6-8% all’anno, fomentato principalmente da un facile accesso al consumo e una riduzione della disuguaglianza delle rendite famigliari. A quell’epoca, il clima economico favorevole portó a credere che l’organizzazione di un tale evento portasse ricchezza e benessere a tutte le sfere della societá. Oggi, dopo anni di crescita su livelli svizzeri (attorno al 2.3%), il vento è cambiato e la popolazione è esasperata, per diversi motivi. 

500 persone al mese vengono uccise a Rio De Janeiro - Al primo posto si colloca la sensazione disseminata di insicurezza e di una giustizia che non funziona. Quotidianamente si assiste a rapine a mano armata, furti, saccheggi e omicidi, commessi tanto in favelas come in quartieri benestanti, anche per pochi Reais. Si stima che nel solo stato di Rio de Janeiro, la cui popolazione è di circa 16 milioni di persone, muoiano 500 persone al mese sotto i colpi di armi da fuoco. Tra i vari crimini, una grande percentuale è commessa da minorenni anche molto giovani, che spinti da gruppi di trafficanti organizzati, non temono il sistema giudiziario che garantisce, di fatto, l’impunitá dei reati. D’altro canto, nemmeno la polizia, altamente impreparata e disorganizzata, riesce a contrastare tale situazione. Spesso, è lei stessa coinvolta in sparizioni di persone e giustizia sommaria, motivi per cui la sua popolaritá è ai minimi storici. 

Un programma di pacificazione - Il governo regionale ha da anni messo in atto un programma di pacificazione delle favelas, con l’insediamento delle cosiddette UPP, o Unitá di Polizia Pacificatrice, nell’intuito di portare ordine e sicurezza nei quartieri poveri, fino ad allora sotto controllo di banditi. Il progetto ha subito una rapida accelerazione negli ultimi due anni (per via dei Mondiali), ma solo 39 delle 500 comunità sparse nella regione hanno finora ricevuto rinforzi. Un po’ poco, considerando che ancora oggi si assiste a chiusure anticipate degli uffici del centro per via di scontri armati tra miliziani e polizia militare nelle periferie della cittá. D’altronde, qui non sono novitá le immagini spuntate in internet in questi giorni, mostrando alcuni trafficanti sparando in aria con dei kalashnikov per celebrare un gol. È una situazione di terrore con cui i brasiliani convivono da anni e che, purtroppo, accettano inermi  come un dato di fatto. 

Budget stellare da 3.2 miliardi di franchi - Ci sono poi le conseguenze di un’economia che soffre anni di politiche a corto termine, di pochissimi investimenti nella salute pubblica, nell’istruzione e nelle infrastrutture di trasporto, accompagnata da un’inflazione nelle alture (intorno al 6.5%), tassi di interesse (11%!) e una pressione fiscale (su alcuni prodotti puó arrivare al 40%) che metterebbero in difficoltá qualsiasi imprenditore svizzero! Per peggiorare la situazione, il budget riservato alla Coppa del Mondo è schizzato dai R$2.2 miliardi (CHF 800 milioni) pianificati inizialmente, agli attuali R$8 miliardi (CHF 3.2 miliardi). Un'assurditá, se si pensa che dei 12 stadi ospitanti (un record assoluto per dei Mondiali), 4 ancora non sono stati inaugurati, molti progetti saranno incompleti (lo stadio Itaquerão di São Paulo per esempio, che riceverá la gara inaugurale del 12 giugno tra Brasile e Croazia, non sará totalmente coperto), e la maggior parte dei 200 milioni di brasiliani soffre ancora di necessitá primarie. Da qui le manifestazioni contro i Mondiali, sfociate in maniera piú ecclatante in giugno dell’anno passato per manifestare contro l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico, e che sono sfociate piú recentemente, in scioperi di settori come quello degli insegnanti pubblici, della sanitá, degli autisti di bus, degli agenti penitenziari e della polizia militare, con conseguenti saccheggi di negozi e atti di vandalismo contro bus pubblici. 

Il calcio nel DNA - A fare da contrappeso a questi e innumerevoli altri problemi di questo Paese, tra cui vale anche citare la dilagante corruzione a tutti i livelli della societá, c’è un popolo che ha il calcio e la samba nel proprio DNA, che respira il pallone in ogni pubblicitá televisiva e chiacchiera da bar. Difficile incontrare bambini, donne o anziani che non parlino dei vari Pelé, Zico o Ronaldo Fenomeno con tanto orgoglio, il sorriso e l’allegria stampati sulle labbra. Da quando Felipão ha annunciato settimana scora i 23 selezionati, i brasiliani, campioni per calma e organizzazione dell’ultimo secondo (vedi stadi), stanno lentamente preparandosi all’evento. Per capire fin dove arriva la passione calcistica per la Seleção, basti prendere alcuni esempi di attualitá. Il principale notiziario del Paese per esempio, della TV Globo, è arrivato ad informare la decisione di cambiare il colore dei pantaloncini, dal bianco al blu, nella partita inaugurale contro la Croazia. O ancora, lo stesso giornale dedica quotidianamente un servizio su ogni giocatore convocato. Sono per lo piú racconti di un’infanzia vissuta nella povertá, senza un genitore, di giovani cresciuti in favela giocando a calcio nei posteggi di supermercati o in campetti sterrati, e che tra i 15 e i 20 anni, molta determinazione e voglia di sognare, sono andati in Europa per affermarsi nel calcio che conta. Senza dimenticare che durante il torneo, tutto il Paese si fermerá e nei giorni di partite della Nazionale brasiliana, il 90% degli uffici rimarrá chiuso. Come dire, non c’è da chiedersi perchè la produtivitá qui è cosí bassa...

Nonostante i contrasti e le diversitá sociali, religiose, etniche ed economiche quindi, il calcio unisce in modo straordinario questa Nazione, che dopo la perdita di Senna, è forse l’unico simbolo di orgoglio rimasto per tutta una generazione. Il Brasile sta vivendo in un ambiente economico, politico e di sicurezza pubblica estremamente pesanti, che non consegnerá forse la Coppa delle Coppe come Dilma piú volte sbandierava nella sua propaganda politica, o avanzata come quella di Germania 2006, ma dal profilo umano, per la bellezza dei suoi immensi territori e quella del suo popolo accogliente, passionario, felice anche nella sua piú grande miseria e allo stesso tempo grande esperto di calcio, sará certamente un Mondiale indimenticabile.  Il tutto, credo possa riassumersi con una metafora del maggiore esponente di musica brasiliana di tutti i tempi, Tom Jobim, che confrontando New York con Rio de Janeiro una volta disse: “Nova York é sensacional, mas é uma porcaria. O Rio de Janeiro é uma porcaria, mas é sensacional!” 

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