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VATICANOLa bufera sul celibato dei preti

17.01.20 - 07:54
Papa Francesco starebbe pensando a un'apertura. Qual è la situazione nelle altre religioni?
Archivio Keystone
La bufera sul celibato dei preti
Papa Francesco starebbe pensando a un'apertura. Qual è la situazione nelle altre religioni?

CITTÀ DEL VATICANO - La cinematografia mondiale – così come anche tanta letteratura – si è occupata spesso del tema: il celibato dei preti è davvero una regola inderogabile? Una domanda che ha diverse risposte a seconda delle varie religioni. Però anche il cattolicesimo cristiano, che sembrava il baluardo più forte nel negare il matrimonio ai preti, sta cedendo.

La polemica di queste settimane non è ancora finita, da quando il Papa (sollecitato dal Sinodo dei vescovi dell’Amazzonia) ha assicurato di voler affrontare il caso «prima della fine dell'anno». Dal documento finale del Sinodo già emerge che si apre uno spiraglio e si sollecita addirittura il diaconato femminile.

Già alcuni mesi fa Papa Francesco avrebbe scritto al cardinale brasiliano Claudio Hummes una lettera sulla possibilità di avviare una riflessione sul celibato ecclesiastico relativa ai cosiddetti “viri probati”. Si tratta di uomini di età non giovane, sposati, che conducono una vita familiare e religiosa esemplare, e ai quali alcuni ritengono che possano essere affidati compiti nella Chiesa al pari dei sacerdoti.

La reazione di Ratzinger - Tali ipotesi hanno fatto rabbrividire il predecessore di Bergoglio, Papa Ratzinger, che pur senza rompere il silenzio auto-imposto dopo le dimissioni da Pontefice, ha ribadito l’importanza del celibato nel libro scritto dal cardinale Robert Sarah. Un volume in cui sottolinea che il celibato «ha un grande significato ed è necessario perché il nostro cammino verso Dio possa restare il fondamento della nostra vita».

Non sono poche però le religioni che accettano il matrimonio dei sacerdoti. Gli ortodossi continuano infatti a ordinare preti solo uomini sposati, mentre i vescovi vengono scelti esclusivamente tra i monaci: in Oriente abbiamo quindi un clero sposato e una gerarchia celibe. La riforma protestante reintrodusse invece il matrimonio per i preti luterani e anglicani (le altre Chiese riformate come i valdesi avevano già abolito la figura stessa del prete, facendo del pastore un laico a tutti gli effetti). Anche la Chiesa anglicana ammette i sacerdoti sposati a pieno titolo nella Chiesa. Ed è così per i preti cattolici di rito bizantino o costantinopolitano, della Chiesa greco-cattolica, di rito macedone, di rito antiocheno, di rito caldeo e di rito armeno.

L'origine del celibato - Da dove nasce dunque l’idea della necessità congiunta all’obbligo che un prete debba essere celibe? Non dalle Sacre Scritture. Nell’Antico Testamento il matrimonio è un dono che riguarda tutto il popolo di Dio: ci sono sacerdoti, mogli di sacerdoti e, soprattutto, figli e figlie di sacerdoti. La più grande delle benedizioni è infatti avere una progenie a cui testimoniare le grandi cose che il Signore ha fatto. Così anche nel Nuovo Testamento: tra gli apostoli di Gesù è acclarato che almeno San Pietro fosse sposato (si fa riferimento alla suocera nei vangeli canonici) mentre per i vangeli apocrifi tutti i discepoli del Signore avevano moglie, compreso lo stesso Cristo, che sarebbe stato sposato con Maria Maddalena.

Anche il cattolicesimo primitivo aveva altre regole e consentiva l’esistenza di preti sposati. Coniugati erano i padri della Chiesa, San Gregorio, vescovo di Nissa, e san Paolino, vescovo di Nola. Anche Sant’Agostino aveva una moglie. È solo dal 307 d.C., col Concilio di Elvira in Spagna, che la Chiesa cattolica decide «di prescrivere in modo assoluto ai vescovi, ai presbiteri, ai diaconi e a tutti i chierici ordinati al sacro ministero, di astenersi dalle loro mogli e di non generare figli; chiunque lo abbia fatto sia escluso dall’onore dello stato clericale». Quindi: sposati sì, ma obbligatoriamente astinenti.

Nel Concilio di Nicea (325 d.C. il primo ecumenico) si ribadisce la cosa, con alcuni “aggiustamenti”, allargando la possibilità di accudire il sacerdote alla madre, a una zia o a una persona al di sopra di ogni sospetto, vista evidentemente l’impossibilità di gestire una casa e contemporaneamente la comunità ecclesiale. Dunque, la Chiesa delle origini prevedeva che un uomo sposato potesse essere anche sacerdote, ma imponeva il vincolo dell’astinenza. Con i Concili Lateranense II (1139) e di Trento (1563) si dichiara l’impossibilità per un ordinato di contrarre matrimonio e si sanciva l’obbligo della castità assoluta. Regola tuttora in vigore. Chissà però fino a quando.

Il prete: «Avere un partner, non è tutto»

Quanto è difficile vivere il celibato? Ce lo dicono due religiosi d’oltre San Gottardo. «Ci sono momenti in cui mi manca la possibilità di avere una relazione - afferma Padre Thomas di Einsiedeln (SZ) - ma avere un partner non significa avere tutto». Suor Mirjam di Ingenbohl (SZ) racconta che avrebbe voluto stare con qualcuno quando era più giovane. Ma sottolinea che non ha mai voluto figli.

Sul tema della possibilità di aprire al matrimonio dei preti si è di recente espresso Don Basilio Petrà, ordinario di teologia morale alla Facoltà teologica dell'Italia centrale, interpellato dal portale Aleteia: «Tutte le Chiese orientali cattoliche ammettono uomini sposati al presbiterato ad eccezione delle Chiese siro-malabarese e siro-malankarese in India, nelle Chiese orientali vengono ordinati uomini sposati ma non è previsto che uno già prete possa sposarsi». Anche nella Chiesa cattolica di rito latino ci sono già esempi di preti sposati. «In Germania c'è la presenza di pastori protestanti diventati preti cattolici rimanendo sposati, così come altrove ci sono ministri anglicani diventati preti cattolici».

Secondo don Basilio Petrà, nell'attesa che il Papa dirima la questione, la vera novità nella Chiesa sarebbe quella di riammettere al servizio sacerdotale «quei preti che lasciano l'abito, si sposano e poi vogliono “rientrare” rimanendo sposati. Naturalmente bisogna vedere se il Papa ha davvero l'intenzione di promuovere la loro riammissione semplice al ministero sacerdotale». Se ciò avvenisse, conclude il teologo, «parleremmo di una svolta almeno da 1’700 anni a questa parte».

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COMMENTI
 

sedelin 4 anni fa su tio
@ GABRIELE LAURIANTI un buon numero di preti, "per non abbandonarsi alle cose del mondo", abusano di piccoli innocenti, complimenti per il sostegno al rettiliano ratzinger :-(((

sedelin 4 anni fa su tio
il rettiliano ratzinger con quella faccia cattiva non ha voce in capitolo. i preti si devono poter sposare come qualsiasi uomo (mica sono eunuchi!), anche per evitare le scandalose molestie nei confronti di piccoli innocenti.
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