Questa aveva inoltrato opposizione alla decisione dei funzionari comunali che le avevano attribuito un minimo vitale di 2250 franchi, una somma che comprende 1250 franchi - compresi i costi accessori - per l´affitto di un appartamento: la donna sosteneva che tale somma andasse corretta verso l´alto - 1750 - allo scopo di coprire anche i costi per l´affitto di un voliera nel quale vivono i volatili.
Né il tribunale distrettuale di Arbon né quello d´ultima istanza hanno voluto saperne e hanno confermato la decisione dell´ufficio esecuzioni e fallimenti. Ora è toccato ai giudici di Mon Repos corroborare le due decisioni sfavorevoli alla ricorrente con la motivazione che un pignoramento del salario - cui la donna è sottoposta - obbliga la persona oggetto di questa procedura a limitare il prorio tenore di vita e ciò vale anche per i costi derivanti dall´affitto di un appartamento. Eccezioni possono essere contemplate solo tenendo conto della situazione particolare del debitore e delle condizioni locali.
La donna, precisa il tribunale, vive da sola in un appartamento di 4 locali e mezzo. Nel suo ricorso, precisa la sentenza, la ricorrente non ha fatto nemmeno valere che la somma attribuitale di 1250 franchi non corrisponde alla situazione locale. Per questa ragione, i costi d´affitto per i 19 pappagalli sono da cosiderarsi irrilevanti, tanto più che dalla cura dei volatili la donna non ricava alcun profitto. I costi derivanti da tale attività, precisano i giudici, sono compresi nel minimo vitale alla voce "contributi per bisogni culturali e attività del tempo libero".