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TICINORoyal Frenz presenta Irina

12.11.11 - 10:22
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Royal Frenz presenta Irina

LUGANO - La passione per la musica Francisco Rabet la coltiva da anni. Ne aveva sedici anni quando cominciò a coltivarla.  Una giovinezza trascorsa con gli amici a cantare, a comporre, a suonare nelle feste e nei locali. Il ragazzo luganese ora ha 26 anni e decide di provare, un po' timidamente, dopo un anno di lavoro, a proporre i risultati della sua esperienza. Con Irina esce il suo  single, canzone che racconta del crudele destino di una ragazza dell'est, che giunta a Lugano con le speranze di una vita migliore, fa l'incontro sbagliato, che le cambierà e segnerà il destino di donna.

Un rap in lingua italiana, ma dall'animo profondamente scandito da ritmi della musica americana, quella black, che Francisco vorrebbe promuovere in Ticino.   

Francisco parlaci di Irina. E' il primo pezzo di un album?
"No, è il secondo singolo. Fa parte del mio progetto, che si chiama Ultimatum"

Cos’è Ultimatum?
“E’ un progetto nato un anno fa. Un album di musica rap, autoprodotto totalmente. Dai testi agli arrangiamenti musicali. Uscirà a metà dicembre”.

Un vero e proprio cantautore…
“Sì, beh... Utilizzo il rap. E canto. Mi diverto”.

Oltre a cantare, nella vita cosa fai?
"Sono informatico sistemista. La musica è la mia passione".

Qual è lo scopo del tuo “Ultimatum”...
"Un progetto che vuole lanciare la mia associazione, la bmint".

Come si chiama?
"Bmint. L'acronimo per Black Music in Ticino. Un'associazione nata una settimana fa che vuole promuovere gli artisti del genere e la musica black in Ticino. Finora ci sono io, Royal Frienz e una cantante che si chiama Keyra”.

Una piattaforma di ritrovo per tutti gli amanti ticinesi della black music?
“Per ora è aperto agli artisti selezionati. In futuro, se verrà aperto il portale, sarebbe bello dare spazio a tutti gli artisti per poter condividere i risultati della propria esperienza musicali”.

Torniamo brevemente a Irina. Una storia triste…
“E' frutto della mia fantasia. Ma è una storia di vita, della nostra realtà, che potrebbe essere ambientata ovunque nel mondo”.

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