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ArchivioPIRELLONE: Questura di Como, “Non è vero che abbiamo respinto la denuncia di Fasulo”

20.04.02 - 16:53
Interviene il Dirigente della Mobile, Dr. Schettino, per smentire le voci di un rifiuto da parte sua nell’accogliere la denuncia che voleva fare il pilota ticinese: “Era stato invitato a presentare nei nostri uffici una istanza-querela che avremmo poi trasmesso alle Autorità competenti"
PIRELLONE: Questura di Como, “Non è vero che abbiamo respinto la denuncia di Fasulo”
Interviene il Dirigente della Mobile, Dr. Schettino, per smentire le voci di un rifiuto da parte sua nell’accogliere la denuncia che voleva fare il pilota ticinese: “Era stato invitato a presentare nei nostri uffici una istanza-querela che avremmo poi trasmesso alle Autorità competenti"
COMO –“Non è vero che la Questura di Como ha rifiutato di accogliere la denuncia che Luigi Fasulo voleva fare nei confronti di chi gli aveva tirato “bidoni” per due miliardi di lire”. È quanto affermato nel pomeriggio di oggi dal Capo della Mobile di Como, il Dr. Giuseppe Schettino, che giovedì scorso aveva ricevuto nel suo ufficio il pilota ticinese schiantatosi qualche ora dopo contro il “Pirellone”. Schettino nel spiegare i contenuti del colloquio avuto con Fasulo e il figlio Giorgio, conferma sostanzialmente quanto già aveva riferito la “Nadir Press” per Ticinonline: Fasulo verso le 12.30 si presenta in Viale Roosevelt e chiede di poter parlare con un funzionario accennando i suoi problemi. Viene quindi fatto accomodare nell’Ufficio del Dr. Schettino e comincia a raccontare le sue disgrazie economiche e dei suoi rapporti iniziati come cambia-assegni con Sergio Landonio. Rapporti che risalgono al ’97 e che fino allo scorso mese di marzo non hanno mai presentato particolari problemi. È quando poi finisce sotto inchiesta a Rovereto per usura che cominciano i primi guai. Fasulo al dirigente della Mobile di Como ha raccontato che “a seguito di quell’inchiesta mi sono stati bloccati tutti i conti bancari e gli assegni che ho in mano non posso più cambiarli. Per questo ho chiesto a Landonio di ridarmi il denaro e riprendersi gli assegni”. Il boss di Rescaldina lo invita a Nizza con la promessa di mettere tutto a posto e qui lo mette in contatto con altre persone. Viene spedito a Innsbruck dove incontra un russo che accende presso una banca del posto un libretto al portatore del valore pari ai soldi che Fasulo doveva riavere (1.750.000) ma che non gli viene consegnato subito in quanto “potrai ritirare i soldi solo dal 19 marzo perché solo allora avremo anche noi una certa tranquillità economica”. I due raggiungono Nizza e qui il libretto viene messo in una busta gialla che viene firmata da loro e da Landonio. Fasulo rientra a Lugano e deposita in una cassetta di sicurezza il libretto che ritira il 19 marzo per andare in Austria sperando di poter effettuare il prelievo. Ma all’apertura della busta scopre che sul libretto figura un deposito in scellini pari a cento €uro. Landonio si giustifica dicendo che probabilmente ci sono stati dei disguidi e che in pochi giorni avrebbe sistemato ogni cosa. E si arriva a giovedì quando Fasulo, consigliato da un avvocato, va in Questura e parla con il Dr. Schettino il quale al termine del racconto invita il pilota ticinese a presentare una istanza-querela che “avremmo poi trasmesso – spiega Schettino – alle Autorità competenti”: Fasulo sembra voler temporeggiare dicendo di non avere neppure i soldi per permettersi un legale e di non avere con se la documentazione relativa al raggiro subito. “Quando si é allontanato dai nostri uffici – aggiunge il Dirigente della Mobile – era abbastanza calmo. Più agitato, invece, il figlio che ha anche parlato di ‘minacce’ da parte di creditori che promettevano di rivolgersi alla Polizia se non fossero stati saldati i debiti. Prima che se ne andassero ho anche dato loro il numero di telefono diretto del mio ufficio”. I due tornano a casa e verso le 17.00 il figlio Giorgio telefona a Schettino raccontandogli di aver ricevuto una telefonata da uno dei creditori che avrebbe fatto allusione a ritorsioni anche pesanti se non fossero stati chiusi quanto prima i conti. Alle 17.47 lo schianto contro il Pirellone. Il Dr. Schettino informato dell’accaduto ha subito avvertito i colleghi di Milano e il Magistrato di Turno alla Procura di Como, Simone Pizzotti. “Dagli accertamenti che abbiamo poi fatto, a noi – conclude – non risulta però l’inchiesta trentina in merito alle vicende di usura”.

di Bob Decker

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