Cerca e trova immobili

CONFINE / CANTONEFrontalieri: «Mozione timida, ma finalmente la Regione Lombardia si fa sentire»

03.05.16 - 19:38
Politici lombardi contro Berna, Roma, e il Ticino: «Alzano l’asticella ogni giorno, basta discriminazioni»
tipress
Frontalieri: «Mozione timida, ma finalmente la Regione Lombardia si fa sentire»
Politici lombardi contro Berna, Roma, e il Ticino: «Alzano l’asticella ogni giorno, basta discriminazioni»

VARESE - «Votiamo a favore della mozione di maggioranza sui frontalieri, ma la consideriamo molto timida, per quanto riguarda i rapporti con i partiti del Canton Ticino», lo ha detto Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd e segretario della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica, questo pomeriggio, in Consiglio regionale, a proposito del documento in discussione che riguarda la vicenda e la situazione dei lavoratori frontalieri.

«La mozione riprende alcuni contenuti di quella analoga approvata dal Parlamento italiano che dà indicazione al Governo di affrontare con la necessaria attenzione la problematica – ha detto Gaffuri nel suo intervento –. E in effetti alcuni riscontri positivi li abbiamo già percepiti, ad esempio nella soluzione della vicenda del pagamento della sanità da parte dei frontalieri, ingiustamente pretesa da Regione Lombardia».

Il consigliere Pd ha poi proseguito: «Siamo in un momento di passaggio che, ricordiamo, non avviene per volontà dell’Italia, ma della Svizzera e in particolare del Canton Ticino. Che negli ultimi anni ha fatto un’azione di forza, bloccando i ristorni e chiedendo che il sistema di tassazione dei frontalieri venisse modificato. Un’operazione di consenso politico che avviene evidentemente anche oltre confine. E viene fatta sulla pelle dei frontalieri».

Gaffuri prosegue con durezza contro il Ticino: «I ticinesi alzano l’asticella ogni giorno, dal salto in alto siamo passati al salto con l’asta e la Lombardia chiede se ‘per favore’ possono non fare azioni discriminanti nei confronti di frontalieri e padroncini lombardi. Ma questo è il massimo che possiamo ottenere dall’attuale maggioranza».

Gaffuri ha poi messo sul banco quelli che vede come i problemi reali dei lavoratori frontalieri: «maternità, disoccupazione, qualche barriera ai licenziamenti. L’Italia non può pretendere di regolamentare il mercato del lavoro oltre confine. Ma in una fase come questa, di trattativa, una volta deciso il canovaccio dell’accordo da approvare, sul piatto bisognerebbe mettere quello che interessa davvero i frontalieri, ovvero maggiori tutele. E queste potrebbero essere la soluzione anche al dumping salariale».

«Berna e Roma non conoscono a fondo il problema» - Dello stesso parere di Gaffuri anche il sottogretario all'Attuazione del Programma e ai Rapporti Nazionali e Istituzionali, Alessandro Fermi (Forza Italia) e il consigliere regionale Francesco Dotti (Fratelli d'Italia): «L'impressione è che sia Berna che Roma non conoscano a fondo le problematiche di confine. Il canale di dialogo con i "nostri vicini" è fondamentale, ma nel contempo dobbiamo vigilare affinché non si alzi il livello dello scontro e delle provocazioni, soprattutto da parte svizzera. Nella mozione chiediamo interventi concreti e chiediamo inoltre notizie certe sui 200 milioni di euro derivanti dall'indennità di disoccupazione (ristornati dalla Svizzera all'Italia), di cui Inps ha sin qui fornito risposte vaghe e di cui chiederemo conto all'Inps in Commissione per i Rapporti con la Confederazione Svizzera. Attendiamo il testo definitivo degli accordi che entreranno in vigore tra Italia e Svizzera a partire dal 2018. Ci sono 62 mila lavoratori frontalieri che chiedono garanzie sul futuro e decine di Comuni di confine preoccupati per il destino dei ristorni».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE