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CANTONEMancanza di personale qualificato, le prposte dell’OCST

12.11.14 - 10:25
“Recuperare l’apporto delle donne ed evitare che queste escano dal mondo de lavoro”
Mancanza di personale qualificato, le prposte dell’OCST
“Recuperare l’apporto delle donne ed evitare che queste escano dal mondo de lavoro”

BELLINZONA - L’OCST affronta il problema della mancanza di personale qualificato, legato all’uscita anticipata di molti dal mercato del lavoro in gran parte delle donne. “La tendenza per molte donne formate è infatti quella di abbandonare l’attività professionale con la nascita dei figli, per un’oggettiva difficoltà nel conciliare la vita familiare, densa di responsabilità e impegni, con quella professionale”.

Il sindacato per cercare di invertire questa tendenza e valorizzare le competenze acquisite, propone una pianificazione del lavoro più flessibile e l’introduzione di condizioni innovative che permettano, in particolare alle lavoratrici-madri, di conciliare il lavoro con gli impegni familiari.

Nello specifico le proposte dell’OCST sono:

- Promuovere d’intesa con i partner interessati un’analisi conoscitiva per approfondire i motivi di abbandono della professione e verificare quali condizioni potrebbero favorire una ripresa dell’attività dopo la nascita di un figlio.

- Misure organizzative: favorire l’impiego a tempo parziale (anche con un grado di occupazione inferiore al 50%); congedo non retribuito per maternità fino a 18 mesi; garantire la possibilità di ripresa del lavoro a tempo parziale e con modelli flessibili; favorire la creazione di servizi di accoglienza per i bambini (asili-nido, mamme diurne eccetera).

- Miglioramenti delle condizioni di lavoro: introdurre nei contratti collettivi di lavoro il diritto a 20 settimane di congedo per maternità (con salario intero) e a 4 settimane per il padre; introdurre un contributo per il pagamento della retta dell’asilo-nido o del servizio di cura del figlio.

- Studio di nuovi modelli: congedo per maternità supplementare a un salario inferiore; favorire il rientro nella professione tramite, per esempio, i corsi professionali per aggiornare le competenze; introduzione dell’orario annuale e/o flessibile; miglioramento della mobilità professionale, permettendo al personale femminile di essere occupato (per un periodo determinato) anche in funzioni/servizi diversi da quelli in cui era occupato prima della maternità.

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