“Recuperare l’apporto delle donne ed evitare che queste escano dal mondo de lavoro”
BELLINZONA - L’OCST affronta il problema della mancanza di personale qualificato, legato all’uscita anticipata di molti dal mercato del lavoro in gran parte delle donne. “La tendenza per molte donne formate è infatti quella di abbandonare l’attività professionale con la nascita dei figli, per un’oggettiva difficoltà nel conciliare la vita familiare, densa di responsabilità e impegni, con quella professionale”.
Il sindacato per cercare di invertire questa tendenza e valorizzare le competenze acquisite, propone una pianificazione del lavoro più flessibile e l’introduzione di condizioni innovative che permettano, in particolare alle lavoratrici-madri, di conciliare il lavoro con gli impegni familiari.
Nello specifico le proposte dell’OCST sono:
- Promuovere d’intesa con i partner interessati un’analisi conoscitiva per approfondire i motivi di abbandono della professione e verificare quali condizioni potrebbero favorire una ripresa dell’attività dopo la nascita di un figlio.
- Misure organizzative: favorire l’impiego a tempo parziale (anche con un grado di occupazione inferiore al 50%); congedo non retribuito per maternità fino a 18 mesi; garantire la possibilità di ripresa del lavoro a tempo parziale e con modelli flessibili; favorire la creazione di servizi di accoglienza per i bambini (asili-nido, mamme diurne eccetera).
- Miglioramenti delle condizioni di lavoro: introdurre nei contratti collettivi di lavoro il diritto a 20 settimane di congedo per maternità (con salario intero) e a 4 settimane per il padre; introdurre un contributo per il pagamento della retta dell’asilo-nido o del servizio di cura del figlio.
- Studio di nuovi modelli: congedo per maternità supplementare a un salario inferiore; favorire il rientro nella professione tramite, per esempio, i corsi professionali per aggiornare le competenze; introduzione dell’orario annuale e/o flessibile; miglioramento della mobilità professionale, permettendo al personale femminile di essere occupato (per un periodo determinato) anche in funzioni/servizi diversi da quelli in cui era occupato prima della maternità.